Perugia, prof picchia e insulta alunno in classe: «L'omosessualità è una brutta malattia». Condannato a 9 mesi

Lo studente, all'epoca dei fatti, aveva 14 anni. E' successo in un istituto superiore di Assisi

Perugia, prof picchia e insulta alunno in classe: «L'omosessualità è una brutta malattia». Condannato a 9 mesi
«L'omosessualità è una brutta malattia. Ne sai qualcosa tu, Rossi». Rossi (nome di fantasia) è uno studente di 14 anni, in classe è un...

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«L'omosessualità è una brutta malattia. Ne sai qualcosa tu, Rossi». Rossi (nome di fantasia) è uno studente di 14 anni, in classe è un po' vivace e il professore per redarguirlo lo apostrofa così. Davanti a tutti i compagni, durante una lezione. Rossi ha solo 14 anni ma reagisce, risponde a tono: «Ci credo, da quando ho visto lei». Il professore perde la testa, non accetta l'atteggiamento né la replica oltraggiosa. E colpisce lo studente con «due calci alla gamba destra, poi con due pugni alla spalla e infine afferrandolo per il collo fino a fargli mancare il respiro». Due minuti di follia, tra insulti omofobi e botte in aula, che sono costati a un professore di un istituto superiore di Assisi una condanna a nove mesi (pena sospesa), più 1.500 euro di risarcimento nei confronti dell'alunno che, uscito da scuola, lo denunciò.

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La storia è iniziata nel novembre del 2014 e dopo sette anni, sul filo della prescrizione, il tribunale penale di Perugia ha emesso la sentenza di condanna per le accuse di ingiuria, percosse e lesioni personali aggravate, come richiesto dalla procura, pur se con l'assoluzione dall'imputazione di abuso di ufficio. La procura ha sottolineato anche le aggravanti dei «futili motivi» alla base del gesto, ma soprattutto dell'aver «commesso i fatti di ingiurie, di percosse e di lesioni personali con l'abuso dei poteri e in violazione dei doveri inerenti la pubblica funzione esercitata, nonché profittando di circostanze di persona tali da ostacolare la pubblica e privata difesa, in particolare dell'evidente inferiorità psichica della vittima, in ragione sia della minore età, sia del ruolo di insegnante».


GLI ISPETTORI


Una storia che all'epoca, oltre che alla ribalta nazionale, finì sul tavolo dell'allora ministro dell'Istruzione Stefania Giannini, che mandò ad Assisi gli ispettori scolastici. Sentite solo le due versioni dei due protagonisti, il professore venne allontanato dal dirigente scolastico e mandato in altra scuola, in attesa della conclusione del processo. Che, con la prima condanna, adesso rischia di aggravare la posizione del docente, oggi cinquantenne, sul fronte del provvedimento disciplinare. Oggi lo studente ha ventuno anni, si è diplomato e ha superato l'accaduto. «A noi è stato il commento dell'avvocato Massimo Rolla, legale della famiglia del ragazzo non interessava il risarcimento del danno, quanto la condanna per un caso grave, arrivato alle lesioni, addirittura durante le lezioni. Un atteggiamento certamente da stigmatizzare». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero