Per lo stupro nel pub di Casapound offerti alla vittima 40mila euro come risarcimento

Francesco Chiricozzi e Riccardo Licci
Ventimila euro a testa. A tanto ammonterebbe l'offerta per risarcire la vittima di stupro fatta dai due esponenti di Casapound. Un'offerta respinta, senza indugio, dalla...

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Ventimila euro a testa. A tanto ammonterebbe l'offerta per risarcire la vittima di stupro fatta dai due esponenti di Casapound. Un'offerta respinta, senza indugio, dalla vittima.


L'oblazione sarebbe stata formulata poco prima che i legali di Riccardo Licci e Francesco Chiricozzi presentassero formale richiesta per i domiciliari. Richiesta respinta - nonostante il parere favore del pm Michele Adragna che non vedeva ostacoli a una riduzione della misura cautelare - dalla gip Savina Poli. «Non si può ritenere - ha spiegato la giudice per le indagini preliminari - che le esigenze cautelari siano venute meno o si siano attenuate in ragione dell'interrogatorio del 12 luglio».

Licci e Chiricozzi, in carcere da fine aprile per violenza sessuale di gruppo su una 36enne, venerdì scorso hanno di nuovo provato a giustificare lo stupro, avvenuto nel pub di Casapound, ripreso con i telefoni e inviato ad amici e parenti. «Non ho capito - ha detto Licci al magistrato - perché lei ci ha denunciato, pensavo si fosse risentita perché avevano ripreso l'atto». Una versione simile a quella formulata da Francesco Chiricozzi: «Lei sicuramente il giorno dopo ha pensato di non essere stata trattata bene, si è sentita umiliata, forse ha visto che l'avevamo umiliata. Io non so perché mi abbia denunciato».

Frasi spontanee che per la gip «non esprimono vera resipiscenza o presa d'atto del grave fatto delittuoso di cui si sono resi responsabili, apparendo, anzi, strumentali alla richiesta di alleggerimento della pena». Il rigetto alla richiesta dei domiciliari ha scatenato tensione anche tra i legali di vittima e difesa.


«Come collegio difensivo - ha spiegato l'avvocato Marco Valerio Mazzatosta - siamo rimasti molto sorpresi, perché il pm aveva motivato ed espresso parere favorevole. Rispettiamo l'ordinanza, ma non la condividiamo». L'avvocato Franco Taurchini che assiste la 36enne è invece soddisfatto. «Le scuse dei ragazzi siano pubbliche e vere e il risarcimento ragionevole. Non solo è stata stuprata, ma anche umiliata ed esposta alla mercé di tutti. Il video della violenza è stato visto da centinaia di persone, è come se l'avessero ammazzata».
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Il Messaggero