Altri 15 giorni di carcere per Patrick Zaki, lo studente dell'Università di Bologna incarcerato da quasi un anno con l'accusa di «propaganda sovversiva» su internet. Lo riferisce la legale di Zaki, Hoda Nasrallah, che a proposito dell'udienza dell'altro ieri ha precisato: «Ci si aspettava una scarcerazione». Anche Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia, su Twitter ha commentato il risultato dell'udienza: «Dopo 48 ore di crudele attesa, è arrivato l'esito dell'udienza di domenica: altri 15 giorni di detenzione preventiva per Patrick Zaki», queste le sue parole.

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L'udienza

Zaki resterà quindi nel carcere di Tora per altri 15 giorni, invece dei 45 previsti: una riduzione che per i legali dello studente non fa comunque sperare nella scarcerazione. «Aspettiamo», si è limitata ad aggiungere l'avvocato Hoda Nasrallah. Dopo una prima fase di cinque mesi di rinnovi quindicinali ritardati dall'emergenza Covid, ora il caso di Patrick è in quella dei prolungamenti di 45 giorni. Il 29enne era stato arrestato in circostanze controverse lo scorso 7 febbraio e, secondo Amnesty, adesso rischia fino a 25 anni di galera.

La custodia cautelare - in Egitto - può durare fino a due anni. Le accuse a carico di Zaki sono basate su dieci post di un account Facebook che i suoi legali considerano "fake", ma che per le autorità egiziane hanno incluso fra i reati a carico del 29nne: «diffusione di notizie false, l'incitamento alla protesta e l'istigazione alla violenza e ai crimini terroristici». Patrick, attualmente detenuto nel settore per indagati del carcere di Tora, stava compiendo studi all'Alma Mater bolognese in un Master biennale in studi di genere ed era stato arrestato al momento di rientrare in Egitto per una vacanza.

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