Al via la Pasqua ebraica: 7 giorni per commemorare l'esodo d'Egitto

cambio di auguri in vista della Pasqua fra Papa Francesco e il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni. «Nell'approssimarsi della festa di Pesach, desidero rivolgere il più cordiale e fraterno augurio a lei e alla Comunità Ebraica romana - scrive i
Pesach, o "Pasqua ebraica" è la festa principale della tradizione ebraica ed è una delle tre antiche feste di pellegrinaggio, assieme a Sukkot e Shavuot. A...

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Pesach, o "Pasqua ebraica" è la festa principale della tradizione ebraica ed è una delle tre antiche feste di pellegrinaggio, assieme a Sukkot e Shavuot. A spiegarlo è un post di "Israele in Italia". Pesach, che inizia il 15 del mese ebraico di Nisan (solitamente in aprile), dura sette giorni e si celebra per commemorare l'esodo dall'Egitto. Per questo motivo, Pesach è anche chiamata la Festa della Liberazione; il passaggio dalla schiavitù alla libertà è un aspetto della festa evidenziato nei rituali e nelle preghiere.


Un altro aspetto importante di questa festività è l'unità della famiglia. La vigilia, chiamata notte di Seder, a causa del pasto celebrativo chiamato Seder che si fa in quella sera, intere famiglie si riuniscono intorno alla tavola. È anche un importante precetto ebraico invitare altri che non hanno famiglia con cui festeggiare.

La famiglia si riunisce intorno alla tavola delle feste per il Seder, la lettura della Haggadah e la cena della festa. Haggadah è una miscellanea di testi della tradizione ebraica, passi della Bibbia, della Mishna, commenti e canti, il cui argomento principale è l'Esodo. Lo scopo della lettura della Haggadàh è di tramandare la tradizione di Pesach di generazione in generazione, adempiendo così al precetto della Torà.

Un altro nome per Pesach è Festa degli Azzimi (cioè pane non lievitato, in ebraico Matzà). La storia dell'Esodo racconta che il popolo ebraico partì in tutta fretta, per cui l'impasto che avevano preparato non ebbe il tempo di lievitare e lo infornarono così com'era. Un importante precetto di questa festività è l'astinenza dal magiare lievito, qualsiasi prodotto da forno preparato con farina da lievitare o cibi a base di farina. Al posto del pane, nel periodo di Pesach gli ebrei osservanti mangiano matzà.

Biùr chamètz (eliminazione del lievito): nelle settimane antecedenti Pesach, gli ebrei hanno l'usanza di pulire le loro case in profondità, per assicurarsi che non resti nemmeno una briciola di chametz, di lievito. Nella notte che precede il giorno in cui inizia Pesach, è consuetudine cercare in tutti gli angoli della casa a lume di candela, per assicurarsi che non ci siano briciole da nessuna parte.

Ancora un altro nome per Pesach è Festa di Primavera, segno della stagione in cui si celebra Pesach.

Il primo giorno di festa, così come l'ultimo, (conosciuto come Seconda Festa) sono giorni festivi di riposo, nei quali è proibito ogni lavoro produttivo. I giorni intermedi si chiamano Chol ha-Moed e sono considerati semifestivi.


Scambio di auguri in vista della Pasqua fra Papa Francesco e il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni. «Nell'approssimarsi della festa di Pesach, desidero rivolgere il più cordiale e fraterno augurio a lei e alla Comunità Ebraica romana - scrive il Pontefice - Il Dio della misericordia vi accompagni con la sua benedizione e vi conceda pace e concordia. Nel rinnovare in questa lieta ricorrenza i legami di amicizia e impegno verso i più bisognosi della nostra società, assicuro il mio ricordo e chiedo di continuare a pregare per me». Dal suo canto, il Rabbino scrive che «nell'imminenza delle feste pasquali, ringrazio e ricambio gli auguri cordiali di gioia, serenità e salute, di consolidamento e benefici rapporti di amicizia e collaborazione. Che le vostre preghiere per il bene siano accolte».

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Il Messaggero