La procura di Milano ha iscritto nel registro degli indagati il magistrato Andrea Padalino, ora applicato ad Alessandria ma per molti anni a Torino, dove ha seguito importanti...
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La vicenda nasce dall'inchiesta per corruzione su un presunto giro di favori all'interno della procura torinese che vede coinvolti, tra gli altri, un appuntato dei carabinieri all'epoca dei fatti contestati in forza alla polizia giudiziaria, Renato De Matteis, e un noto avvocato penalista torinese, Pier Franco Bertolino. Il materiale raccolto nell'ambito di questa indagine era stato inviato per competenza a Milano, dove a indagare sul pm Padalino, difeso dall'avvocato Massimo Di Noia, è il collega Eugenio Fusco. Su segnalazione del procuratore Armando Spataro, anche il Csm ha avviato un procedimento a carico del sostituto procuratore, che potrebbe essere interrogato nei prossimi giorni dai colleghi milanesi.
TANGENTOPOLI CON DI PIETRO
Negli anni di Mani Pulite, nel ruolo di giudice per le indagini preliminari del tribunale di Milano, Padalino si è spesso ritrovato a interrogare molti degli indagati finiti in manette a seguito delle indagini del pool di Antonio Di Pietro. L'iscrizione del pm nel registro degli indagati della procura di Milano nasce dall’inchiesta su un presunto giro di favori emerso all’interno della procura torinese. In questo fascicolo sono indagati l’avvocato Pier Franco Bertolino, l’appuntato dei carabinieri Renato Dematteis e altre cinque persone accusate anche di corruzione in atti giudiziari. Il fascicolo sui favori in procura si intreccia con molte vicende personali degli indagati, amicizie, frequentazioni personali, rapporti lavorativi.
Le accuse dell’inchiesta torinese, coordinata dai pm Saverio Pelosi, Livia Locci e Paolo Toso, si articola su più fronti. L’avvocato Bertolino è sospettato di aver rivelato a due persone coinvolte in un grosso traffico di stupefacenti l’esistenza di un’indagine dei carabinieri scattata dopo il sequestro di 71 kg di droga. Mentre l’appuntato De Matteis, che per anni ha prestato servizio nell'Arma tra il personale distaccato in procura ed è amico dell’avvocato Bertolino, avrebbe violato «il divieto di consigli circa la scelta del difensore».
A quattro persone avrebbe consigliato di nominare il legale come «difensore di persona offesa».
Il Messaggero