Operatori call-center sostituiti dai robot: ecco chi ci crede

Operatori call-center sostituiti dai robot: ecco chi ci crede
I robot che insidiano il lavoro umano. Non è più solo un'ipotesi di fantascienza, è già una realtà in alcuni settori, come la logistica, la...

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I robot che insidiano il lavoro umano. Non è più solo un'ipotesi di fantascienza, è già una realtà in alcuni settori, come la logistica, la ristorazione e gli alberghi hi-tech e presto potrebbe diventarlo anche nei call-center. A teorizzarlo è il CEO del gruppo bancario Citigroup, Mike Corbat, secondo il quale la sostituzione di operatori telefonici, potrebbe essere imminente, grazie al risparmio economico garantito dagli operatori robotici. In America, migliaia di persone lavorano nei call-center, con attività di telemarketing, gestione di chiamata inbound e outbound, e se il settore anche in Italia è in crisi, questa ipotesi rischia di mettere in allarme tanti operatori, spesso assunti con contratti precari e pagati pochi euro l'ora, se non a chiamata. E le parole di Corbat (rilasciate al Financial Times), a capo della quarta banca d'America, con 10 mila operatori, non sembrano essere le solite affermazioni di un futuro catastrofico, ma vere e proprie previsione strategiche. Perchè il top manager americano è convinto “che quando digitalizzeremo questi processi non solo cambieremo e miglioreremo radicalmente l’esperienza per i consumatori, ma ci costerà meno”. E se è vero che il lavoro umano è sempre prezioso, perché ci “sono sempre cose dove è richiesto l'intervento di qualcuno per risolvere il problema. Non vogliamo che la gente sia frustrata", in un'ottica di business Corbat pensa che molte informazioni richieste ad una banca “siano abbastanza facili da gestire da parte di un computer”.

E la teoria di Corbat, trova riscontro in uno degli studi condotti sull'argomento, uno dei più recenti di Brookings Institution, rivela che robot e intelligenza artificiale entro il 2030 potrebbero prendere il posto del 25% dei lavoratori umani a livello mondiale. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero