Ilenia Fabbri uccisa a Faenza, indagini sulla telefonata dell'ex marito. «Resta chiusa nella camera»

Ilenia Fabbri uccisa a Faenza, indagini sulla telefonata dell'ex marito. «Resta chiusa nella camera»
Omicidio di Faenza. Nell'indagini sulla morte di Ilenia Fabbri, la frase fatta delle "indagini a 360 gradi"  non viene risparmiata anche in questi giorni, ma di...

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Omicidio di Faenza. Nell'indagini sulla morte di Ilenia Fabbri, la frase fatta delle "indagini a 360 gradi"  non viene risparmiata anche in questi giorni, ma di fatto nel mirino degli investigatori ci sono le mosse dell'ex marito. Fra queste una lunga registrazione telefonica - 21 minuti in totale - realizzata tra le 6.08 e le 6.29 del 6 febbraio scorso che verrà presto sbobinata per entrare nel fascicolo aperto dal pm ravennate, Angela Scorza sul giallo della morte di Ilenia Fabbri, la 46enne sgozzata nel suo appartamento di via Corbara a Faenza. Si dipanano anche intorno a questo tassello, a questo audio, le indagini sul delitto che, ad oggi, vede indagato a piede libero il 53enne Claudio Nanni, ex marito della vittima, separato dalla donna dal 2018. L'uomo è accusato di omicidio pluriaggravato in concorso con persona ignota.

Ovvero, secondo la pista imboccata dalla squadra Mobile di Ravenna e dallo Sco di Roma, un killer mandato apposta a uccidere la ex. E proprio in merito alla pista che conduce al marito, gli inquirenti, tra le altre cose, stanno lavorando a una corposa registrazione telefonica realizzata in concomitanza con l'assassinio della moglie grazie a un'applicazione installata dal 53enne sul cellulare che gli consentiva di conservare le chiamate. Una registrazione che ripercorre i momenti concitati della prima mattina del 6 febbraio.

L'allarme era stato lanciato alle 6.06 quando l'amica della figlia della vittima, Arianna, che era rimasta a dormire nell'abitazione, aveva chiamato l'altra per dirle di essersi barricata in camera dopo avere sentito urla e rumori forse legati al l'intrusione di un ladro. Arianna, uscita da pochi minuti di casa, in quel momento si trovava in auto con il padre Claudio alla volta di Milano per ritirare una vettura: a quel punto aveva riattaccato subito per chiamare il 112.

 

 

E allora l'amica, intimorita, per non restare sola compone il numero del 53enne. L'auto con padre e figlia a bordo, che si trova in autostrada, inizia a tornare indietro verso via Corbara mente i due continuano a parlare. Arianna sollecita l'uomo ad andare più veloce; il 53enne forse singhiozza e dopo un certo silenzio esclama: «Oddio, mi sento male». La figlia ribadisce che è sicura di avere chiuso tutto uscendo di casa (la Polizia al suo arrivo alle 6.20 troverà la porta del garage aperta). Poi, quando l'amica nella casa dice di non sentire più alcun rumore, Arianna la esorta a prendere un attizzatoio da camino e ad andare giù a controllare che succede. Ma il padre frena e dice che è meglio che rimanga ben chiusa a chiave in stanza. Dagli interrogatori fatti a caldo quando ancora l'uomo non era indagato, lui stesso aveva ammesso di non sapere della presenza della giovane nell'abitazione.

 

 

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Il Messaggero