Cittadinanza, Stephen Ogongo di “Cara Italia” lancia la sfida: «Salvini faccia approvare lo ius soli»

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«Caro Salvini, la sfido a passare alla storia. Dimostri di...

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«Caro Salvini, la sfido a passare alla storia. Dimostri di essere uno statista. Ma soprattutto la sfido a essere diverso dal PD e dagli altri partiti di sinistra che ne parlano da 25 anni, ma non lo hanno mai fatto: approvi la legge sullo ius soli. I tempi sono maturi per una riforma della cittadinanza», è l’appello di Stephen Ogongo, fondatore di Cara Italia («il Partito dei nuovi cittadini»). E senza troppi giri di parole: «Quando i politici e partiti sono vogliono veramente approvare una legge, riescono a mettersi d’accordo e trovano subito i numeri che servono. Altrimenti si limitano a chiacchierare e basta, come fanno da anni quando si tratta della riforma della cittadinanza». Ma che cos’è Cara Italia? Un movimento nato per invertire la rotta, soprattutto in questo periodo di gran confusione, ma anche per fermare un’Italia che mostra il lato peggiore di sé, non riuscendo a ribellarsi a forme di razzismo sempre più presenti, ma che non fanno parte dell’italiano in quanto persona. Il nome del movimento la dice lunga: “Cara Italia”. A lanciarlo è stato proprio Stephen Ogongo, giornalista 44enne, originario del Kenya, arrivato in Italia per motivi di studio 25 anni fa e oggi caporedattore di 10 testate del gruppo Stranieri in Italia, dopo aver insegnato anche all’Università Gregoriana. «Ho scelto di essere contro chi promuove il razzismo. Ho scelto di essere contro chi si diverte a vedere i naufraghi soffrire - ripete a chi gli chiede spiegazioni - Ho scelto di essere contro chi ordina lo sgombero dei centri che ospitano persone disperate. Ho scelto di essere contro chi non rispetta la dignità umana». In poco tempo in migliaia hanno aderito. L’obiettivo è creare una classe dirigente ibrida, fatta di persone di ogni etnia e formare un Parlamento multietnico «solo così si può avere una visione completa della realtà. Fino a quando le cose si analizzano a metà, ci saranno sempre problemi». Il movimento, da un punto di vista sociale, vuole impegnarsi per lottare contro ogni forma di intolleranza al di là del colore, ma anche contro il razzismo e tutte le altre forme di discriminazioni razziali ed etniche, combattere per la giustizia e i diritti di tutti, inclusi gli immigrati e ottenere una legge che permetta ai bambini stranieri nati in Italia di ottenere automaticamente la cittadinanza.
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Il Messaggero