Notre Dame, da San Pietro al Duomo: i nostri tesori possono andare in fumo?

Notre Dame, da San Pietro al Duomo: i nostri tesori possono andare in fumo?
Le fiamme di Notre Dame si sono spente, ma l'immagine del soffitto dilaniato resta potente come uno spettro. E l'attenzione sul patrimonio italiano si alza: sulle guglie...

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Le fiamme di Notre Dame si sono spente, ma l'immagine del soffitto dilaniato resta potente come uno spettro. E l'attenzione sul patrimonio italiano si alza: sulle guglie gotiche, sulle cupole, sui campanili delle cattedrali d'Italia. Dal Nord al Sud. Quali sono i rischi effettivi che un incendio possa aggredire un nostro gioiello? Si fanno i conti ora con i piani di sicurezza e i sistemi anti-incendio oggi in vigore. Quello che emerge in queste ore è che, secondo la normativa nazionale in termini di sicurezza, tutti gli edifici ecclesiastici sono esentati dall'obbligo del cosiddetto Certificato di prevenzione incendio (il Cpi) rilasciato dal Comando dei Vigili del Fuoco.


Notre Dame, ignorato un primo allarme: la cattedrale si poteva salvare

Anche se in realtà, come spiega la Soprintendente di Lecce, Brindisi e Taranto Maria Piccarreta, «le chiese considerate edifici monumentali, contenenti opere tutelate, sono comunque soggette all'applicazione delle norme per l'esecuzione degli impianti tecnici». Ma per dirla con il direttore generale per la Sicurezza del Mibac Fabio Carapezza Guttuso «il piano antincendio va fatto come un abito su misura». Ed è su questa direttiva che in Italia si sta lavorando alacremente. «Se la cattedrale di Firenze e il campanile di Giotto non hanno un Cpi, noi chiediamo lo stesso la consulenza dei Vigili», spiega il direttore sicurezza dell'Opera del Duomo Samuele Caciagli. Proprio ieri, infatti, la squadra di pompieri fiorentini ha effettuato un sopralluogo alla grande cisterna interrata in piazza del Duomo che raccoglie le acque piovane della cattedrale e che funge incredibilmente da approvvigionamento per i vigili. E il Duomo di Milano lancia persino il progetto di una rete delle cattedrali per condividere informazioni in materia di sicurezza.
 

FIRENZE
Santa Maria del Fiore a Firenze punta tutto sulla prevenzione, come spiega l’architetto Samuele Caciagli: «Siam opartiti da un’analisi dei rischi presenti, per eliminarli con nuovi sistemi di protezione. Dai sensori di rilevazione di fuminei sottotetti, all’attivazione di un grande parafulmine che coinvolga tutta la cattedrale per farla diventare una gabbia di Faraday. E sui cantieri togliamo l’alimentazione elettrica in assenza di personale. Stiamo studiando anche le condizioni del legno della basilica, compresa la copertura del Campanile di Giotto dove esiste un’altra impalcatura lignea. E tanta manutenzione».

SAN PIETRO

In Vaticano il tema della sicurezza è molto sentito. «Si punta sulla manutenzione e i piani di sicurezza secondo la norma», dice Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani. Per la tutela di San Pietro «le riunioni sono periodiche- spiega il maggiore Paolo De Angelis alla guida dei Vigili del Fuoco del Vaticano - I tempi di intervento su un incendio sono fondamentali, le prescrizioni sulla sicurezza le abbiamo fatte a suo tempo». Sulle altre chiese, la Soprintendenza accelera sui controlli: «Verranno rivisti tutti i protocolli di sicurezza antiincendio dei cantieri di restauro».


MILANO

«Al Duomo di Milano c’è un’attenzione alta», dice la soprintendente Antonella Ranaldi: «È stata istituita una Commissione prefettizia permanente composta da ingegneri del Politecnico, vigili del fuoco e tecnici del Ministero per vigilare sulla sicurezza. Il Duomo, d’altronde, è una fabbrica continua di cantieri, controllati dalla commissione per abbattere i rischi. Con la consulenza dei vigili sono stati adottati sistemi di protezione, dal parafulmine ai sensori». E la Veneranda Fabbrica del Duomo punta a fare rete con le altre cattedrali per un confronto gestionale.

L'UMBRIA

Dal Duomo di Orvieto alla basilica di San Francesco ad Assisi, gli edifici di culto dell’Umbria sono sotto osservazione speciale in queste ore.«La tragedia di Notre Dame riapre il caso di un incendio che si è sviluppato in un’area di cantiere, come successe a Torino alla Cappella della Sindone - dice la soprintendente Marica Mercalli - Per questo le norme di sicurezza devono essere seguite in modo rigoroso. Ogni cantiere deve avere un responsabile che vigili sugli impianti elettrici installati sui ponteggi per alimentare quella rete straordinaria di energia di servizio per i lavori».

LECCE

Al Duomo di Lecce non sono previsti particolari piani anti-incendio». Le ragioni le analizza la soprintendente Maria Piccarreta:«La struttura dell’edificio ha la caratteristica speciale di essere tutta in pietra, pertanto non è soggetta ad un alto rischio di incendio. Gli edifici collegati al Duomo prevedono,però, misure standard di sicurezza, dalla Sagrestia, al Museo Diocesano, alla Casa dell’Arcivescovo. Il panorama non è“uniforme”: gli edifici restaurati di recente, eguono norme di sicurezza, ma quelli che non sono toccati da anni, sono più carenti. L’idea ora è di accelerare sui controlli».


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Il Messaggero