“Not in my name”: ebrei, cattolici e musulmani insieme contro la violenza sui giovani e sulle donne

“Not in my name”: ebrei, cattolici e musulmani insieme contro la violenza sui giovani e sulle donne
Ebrei, cattolici e musulmani insieme per rafforzare un impegno comune in opposizione a pregiudizio, alla discriminazione e alla violenza di genere, in particolare quella rivolta...

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Ebrei, cattolici e musulmani insieme per rafforzare un impegno comune in opposizione a pregiudizio, alla discriminazione e alla violenza di genere, in particolare quella rivolta contro giovani e adolescenti. La sfida del progetto «Not in my name. Ebrei, cattolici e musulmani in campo contro la violenza sulle donne», è frutto della collaborazione tra l'Unione delle comunità ebraiche italiane, la Comunità religiosa islamica italiana e l'Ateneo pontificio Regina Apostolorum, sotto l'egida del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri che ne ha finanziato la realizzazione. L'iniziativa, caratterizzata da un piano concreto di interventi rivolto alle nuove generazioni, attraverso il coinvolgimento delle scuole, sarà presentata martedì 24 settembre alle 15 nella sede del Ministero dell'Istruzione in viale Trastevere a Roma.


A introdurre i lavori l'assessore a Scuola, formazione e giovani dell'Ucei Livia Ottolenghi, con a seguire i saluti della presidente dell'Unione Noemi Di Segni e dei rappresentanti di Ministero e Presidenza del Consiglio dei ministri. Tre i momenti in cui sarà divisa la presentazione. A rispondere alla domanda «Perché le religioni scendono in campo?» saranno il rabbino Roberto Della Rocca, direttore dell'Area formazione e cultura Ucei; Marta Rodriguez dell'Ateneo pontificio Regina Apostolorum; Aisha Lazzerini, coordinatrice del comitato scientifico della Coreis; Chiara Ferrero, presidente dell'Accademia ISA.
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Il Messaggero