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Sedute accanto sull’autobus che le portava a New York per uno spettacolo di Broadway, la 72enne Phyllis e la 68enne Betsy hanno scoperto di avere molto in comune, soprattutto la solitudine. Entrambe vedove, con i figli cresciuti e usciti di casa, Phyllis e Betsy hanno subito fatto amicizia. Era l’inizio del dicembre 2019, la pandemia sarebbe scoppiata da lì a poco. Oggi, tutte e due raccontano che grazie a quel viaggio a teatro, hanno superato i due anni della pandemia meglio di tanti altri anziani soli. Phyllis e Betsy, infatti, avevano deciso di combattere la solitudine trasferendosi a vivere insieme. Betsy ha messo in vendita la sua casa, e si è trasferita in quella di Phyllis, un po’ più grande e con sufficiente spazio per crescere un orto. E insieme hanno superato il lockdown. Sembra una bonaria storia qualsiasi, ma Betsy e Phyllis sono il tipico esempio di un trend che sta esplodendo negli Usa con una forza straordinaria, grazie all’invecchiamento della generazione dei baby boomers, quelli nati fra il 1946 e il 1964.
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IL FENOMENO
Il trend del «senior cohousing», degli anziani che decidono di vivere insieme per affrontare meglio la vecchiaia, non è in realtà un fenomeno esclusivamente statunitense. Esempi di case abitate solo da anziani che si fanno compagnia, si aiutano con l’affitto o le spese delle utenze, che si dividono i compiti di pulizia e cucina sono diffusi da anni anche in Europa, dai Paesi scandinavi alla Francia alla Germania, e fanno capolino anche nel nostro Paese. In Europa hanno tuttavia un sapore più di comunità, e spesso c’è anche un aiuto dello Stato o dei comuni o di Ong. Negli Stati Uniti esistono comunità di anziani, case di riposo eccetera, ma i costi sono diventati proibitivi e quelli più economici sono spesso luoghi alquanto squallidi. Intanto ogni giorno negli Usa 10 mila persone compiono 65 anni, e dal 2010 a oggi il numero delle case guidate da un over-65 sono aumentate di 10 milioni. Nell’80 per cento dei casi questi individui sono assolutamente certi di voler invecchiare in loco ed essere indipendenti il più a lungo possibile. Ma le pensioni sociali non tengono testa all’inflazione: reggere da soli la spesa di una casa, soprattutto quelle dei sobborghi, grandi e con giardino, può diventare insostenibile, oltre che terribilmente isolato.
NASCONO LE RETI
Ed ecco la riscoperta del “roommate” come all’epoca degli anni universitari. Anzi c’è chi ha soprannominato questo nuovo trend “boom-mates”, proprio dalla generazione dei boomers che la sta rilanciando. Si sono al contempo moltiplicate le organizzazioni che aiutano gli over 65 (ma spesso si parla anche di over-60 o over-50) a trovare un compagno d’appartamento. Silver Nest, Room Mates for Boomers, Senior Home Sharing, ecc., offrono agli individui interessati anche un controllo di background, per assicurare i possibili coinquilini che non stanno andando a vivere con criminali o persone instabili o non solventi. Ma spesso i compagni di appartamento si trovano attraverso l’aiuto di amici che li mettono in contatto.
LA SOLITUDINE
Alla base di questo fenomeno c’è essenzialmente la voglia di vivere insieme a qualcun altro in amicizia e collaborazione.
Il Messaggero