No Tav, cavo d'acciaio in autostrada: l'ultima follia per bloccare l'A32

I No Tav tornano a protestare in val di Susa e bloccano l'autostrada. Un gruppo di una trentina di persone si è staccato dal corteo organizzato ieri in Val di Susa,...

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I No Tav tornano a protestare in val di Susa e bloccano l'autostrada. Un gruppo di una trentina di persone si è staccato dal corteo organizzato ieri in Val di Susa, quando era ormai terminato, e ha raggiunto l'autostrada del Frejus. Pietre, tronchi, lamiere e un cavo d'acciaio fissato ad altezza uomo è ciò che si è trovata davanti la polizia, che ha sgomberato immediatamente l'autostrada. La società Sitaf ha provveduto alla rimozione degli ostacoli, nel frattempo però il traffico autostradale è stato momentaneamente sospeso.

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IL MANIFESTO
Il corteo contro la costruzione del nuovo autoporto, opera accessoria della ferrovia ad alta velocità Torino-Lione, è terminato nell'abitato di San Giorio, dopo essere partito da San Didero e aver attraversato Bruzolo. È stato organizzato dai No Tav nella bassa Valle di Susa per protestare contro l'avvio dei lavori. Secondo gli organizzatori, vi hanno preso parte non meno di tremila persone. «Una fortissima risposta popolare», hanno detto, aggiungendo che nel presidio No Tav di San Didero allestito da tempo nell'area interessata dal futuro cantiere sono ancora presenti sei attivisti. Il corteo ha seguito un percorso che non lo ha portato a contatto con lo schieramento delle forze dell'ordine. L'amministrazione comunale, in vista del corteo di ieri pomeriggio, aveva dato alle stampe un manifesto dal titolo San Didero è sotto assedio, lamentando il comportamento delle forze dell'ordine che per disperdere dei manifestanti, lo scorso 13 aprile, hanno lanciato lacrimogeni anche fra le case del paese. Gli organizzatori avevano detto che sarebbe stata una manifestazione «colorata, allegra e pacifica». Oltre ai tradizionali vessilli con il treno crociato del movimento No Tav erano presenti quelli di Rifondazione comunista, Potere al popolo e le bandiere rossonere degli anarchici. I sindaci della zona si sono riuniti nel salone polivalente di San Didero. «Al cantiere dell'autoporto mancano le autorizzazioni», afferma il vicesindaco di Bruzolo, Mario Larotonda. La sua amministrazione ha firmato due giorni fa una delibera contro il nuovo autoporto inviata al presidente del Consiglio, al presidente della Regione, al prefetto di Torino e al sindaco della città metropolitana. «Questo cantiere non ha le autorizzazioni urbanistiche che spetta al comune rilasciare - sostiene il sindaco di Bruzolo, Mario Richiero - e noi non le abbiamo mai rilasciate». Un documento altrettanto ostile all'opera è stato approvato a San Didero, il cui sindaco Sergio Lampo ribadisce: «Vogliono fare un'opera che qui è stata fatta quarant'anni fa e poi buttata via».


LA REPLICA


Il progetto del nuovo autoporto di San Didero «è stato approvato dal Cipe e ha tutte le autorizzazioni necessarie per l'avvio dei lavori secondo quanto prevede la normativa», precisa Telt, la società italo-francese incaricata di realizzare e poi di gestire la Torino-Lione, che replica così alle affermazioni degli amministratori locali della Val Susa. «A ottobre 2020 il Tar aveva anche respinto un'istanza cautelare promossa dal Comune di San Didero - ricorda ancora Telt - sulle aree comunali soggette a uso civico necessarie per la rilocalizzazione dell'autoporto di Susa da parte di Sitaf». Intanto la questura di Torino indaga sul blitz d venerdì notte a San Didero, dove una ventina di persone hanno lanciato bombe carta e fuochi pirotecnici contro le forze dell'ordine che presidiano l'area del cantiere del nuovo autoporto. La polizia ha risposto con il lancio di lacrimogeni. L'azione è durata pochi minuti e si è conclusa con la fuga degli assalitori lungo i binari della ferrovia. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero