MILANO «È stato lui il primo a colpire, sferrando un pungo». Albano Jakej, imputato per tentato omicidio, punta il dito contro Niccolò Bettarini, il...
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PERIZIA MEDICO LEGALE
Nella scorsa udienza, il pm Elio Ramondini ha chiesto dieci anni di carcere per Davide Caddeo, accusato di aver sferrato tutte le otto coltellate che hanno ferito il giovane, Alessandro Ferzoco, Andi Arapi e Albano Jakej. Secondo l’accusa, i quattro si erano «certamente» prefigurati che quel pestaggio e quei fendenti in «parti vitali» con una lama da venti centimetri «avrebbero comunque potuto produrre conseguenze mortali», anche in considerazione della «loro superiorità numerica e della violenza della loro azione». Oggi il pm ha avanzato l’istanza di effettuare un confronto in aula ascoltando Niccolò, una sua amica e gli imputati. Il giudice Guido Salvini però si è riservato di valutare se citare testimoni per l’udienza del 17 dicembre e nel frattempo ha disposto una perizia medico legale per stabilire l’entità delle lesioni subite da Bettarini, dopo che uno dei difensori ha depositato una consulenza nella quale si evidenzia che il diciannovenne non ha rischiato la vita.
IL RACCONTO DEGLI IMPUTATI
Oggi davanti al gup i quattro imputati hanno fornito la loro versione dei fatti. In particolare Davide Caddeo, il ventinovenne che secondo l’accusa avrebbe sferrato le otto coltellate, già in una memoria aveva ammesso di averlo colpito con almeno un fendente. Stamane ha precisato di averlo ferito due volte con un «colpo a croce, a sventaglio». Alla domanda del gup su chi abbia tirato le altre sei coltellate, Caddeo ha risposto: «Non le ho date io, eravamo in tanti». Caddeo ha raccontato di una rissa scoppiata tra il suo gruppo e un amico di Bettarini e proprio quando la tensione stava scendendo il diciannovenne l’avrebbe fatta salire di nuovo. Jakej, stando a fonti legali, ha anche sostenuto che il primo a colpire con un pugno sarebbe stato Bettarini, una versione condivisa anche dalle altre difese. Il diciannovenne in una telefonata con un amico intercettata, ha detto: «Si avvicina sto “albanollo” e mi dice “tu c’hai gli orecchini come i miei”, mi ha dato il buffettino in faccia, io gli ho dato un cartone». Tra le tesi difensive anche quella che alcuni dei principali protagonisti della rissa non sono stati identificati.
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Il Messaggero