Neonata lasciata nella culla termica di una chiesa a Bari: sta bene, non c'erano lettere o messaggi. Sarà chiamata Maria Grazia

La scoperta quando, tramite un sensore, è arrivato l’avviso sul cellulare del parroco don Antonio Ruccia

Neonata lasciata nella culla termica di una chiesa a Bari: sta bene, nessun messaggio lasciato
Una triste storia che arriva da Bari. Una neonata è stata lasciata intorno alle 7:20 di oggi nella culla termica della parrocchia dedicata a san Giovanni Battista, nel...

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Una triste storia che arriva da Bari. Una neonata è stata lasciata intorno alle 7:20 di oggi nella culla termica della parrocchia dedicata a san Giovanni Battista, nel quartiere Poggiofranco di Bari. A prenderla tra le braccia è stato il parroco.

Malore in culla, morta neonata di quattro mesi. La telefonata al 118: ​«Aiuto, la mia bimba non respira»

 

La bimba, nata da pochi gorni, è in buone condizioni di salute ed è ora ricoverata nel reparto di Neonatologia del Policlinico di Bari per accertamenti. La scoperta quando, tramite un sensore, è arrivato l’avviso sul cellulare del parroco don Antonio Ruccia. Era accaduto già un’altra volta, con un bambino, il 19 luglio del 2020. Questa volta però non c’erano lettere o messaggi. Sarà chiamata Maria Grazia.

IL RACCONTO DEL PARROCO

«Stavolta, rispetto a tre anni fa, è stata peggio per agitazione e gioia: quando ho sentito squillare il cellulare che mi avvisava che nella culla termica c'era qualcosa il mio cuore ha cominciato a scalpitare. Quella piccola, a pochi giorni dal Natale del nostro Signore, mi ha fatto un dono: è come se fossi venuto di nuovo al mondo». Lo dichiara all'Ansa don Antonio Ruccia. Accanto all'ingresso della chiesa esiste da quasi dieci anni una culla termica, voluta da don Antonio per accogliere i neonati che i genitori naturali non possono tenere. «La piccola piangeva come un ossesso - continua il parrocco - indossava una tutina di colore verde, uno smanicato rosa e un cappellino». «Accanto a lei non c'era altro: non un biglietto, non un cambio», racconta don Antonio ricordando quanto accaduto nel luglio 2020 quando nella culla per la prima volta, fu lasciato un neonato. «Allora accanto a lui c'era un biglietto su cui erano scritti il nome e altre indicazioni sulla sua salute. Questa volta nulla», dice.

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Il Messaggero