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I trucchi di un agente segreto stavolta non sono necessari. Intrufolarsi nei meccanismi di questa economia parallela è cosa facile: basta riuscire a sopportare le notifiche di una chat con 5.900 iscritti e avere la pazienza di schivare da mattina a notte fonda il bombardamento di denunce, fake news e proclami via messaggino. Prima bisogna assistere in silenzio allo show dei complottisti: solo dopo si può provare a fare qualche domanda. E alla prima, infatti, nessuno risponde. Ma il giorno dopo qualcuno spiega meglio. E basta una richiesta più ammiccante per farsi raccontare tutto: «Se non voglio più regalare i miei soldi ai negozianti che discriminano noi non vaccinati come devo fare?». La risposta arriva quasi all’istante ed ecco, in allegato, la preziosa lista che serviva. La mappa dell’enorme rete commerciale sommersa nella chat c’era qualcuno che non vedeva l’ora di sbandierarla. Ma qualcun altro comunque avverte: «Attenzione perché qui è pieno di sbirri e di servi delle case farmaceutiche».
L’esperimento
Il Green pass obbligatorio ai “No vax” non fa quasi più paura. C’è il mercato clandestino per aggirare le regole. Sommerso sì ma non troppo. Gli affari si fanno quasi alla luce del sole, tramite chat facilmente accessibili e raccogliendo informazioni tra negozianti, professionisti e medici che oramai non bluffano più. E per chi ancora ha paura di aderire c’è un’avvertenza rassicurante che campeggia nella home page del blog: «Promuovere la propria attività in questo sito non è illegale».
L’esperimento del cliente agofobico dura una settimana. Per verificare sul campo basta giusto una lavagnetta, di quelle da appendere vicino al frigorifero. Gessetto bianco e pronti al gioco. Il lunedì si inizia con l’appuntamento dal nutrizionista e la tappa in palestra, il martedì c’è la visita medica e la riparazione del computer, mentre il mercoledì c’è da andare dal veterinario e dal massaggiatore, che al telefono non si fida troppo a parlare di relax senza vaccino: «Venga pure, quando arriva ne parliamo. Le spiego tutto, non avrà problemi». Il giovedì è il giorno fissato per la cena con gli amici. E prenotare nel centro di Napoli non è complicato. Nella lista della chat i numeri non mancano: «Noi diamo da mangiare a tutti - dice un pizzaiolo con cinquanta tavoli non lontano da lungomare - Per assaggiare la nostra margherita ci vuole solo molta fame, di certo non un certificato».
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Da Nord a Sud
Per l’aperitivo con i colleghi bisogna aspettare il venerdì sera: per spritz e mojito “Qr code free” le proposte non mancano.
Il mercato
È il mutuo soccorso che regge economicamente il microcosmo ossessionato dalla dittatura sanitaria. L’esperimento è iniziato in Francia e in Germania e da qualche settimana funziona bene anche in Italia: le aziende che aderiscono, e che pubblicano le loro inserzioni sulle vetrine virtuali delle chat, oramai sono più di duemila. Il triangolo dell’economia No vax si estende principalmente tra Roma, Milano e Torino, ma la rete è molto estesa e ha raggiunto anche i paesi della periferia: dalla Sardegna alla Sicilia, fino al Trentino e alla Valle d’Aosta. Le iscrizioni sono quotidiane e regalano soddisfazioni alle casse di chi alle regole dei Dpcm prova in ogni modo di sfuggire. Nella lista non ci sono solo attività commerciali che il Green pass sarebbero obbligate a controllarlo all’ingresso, ma anche negozi, studi professionali e uffici che aderiscono alla filosofia e che contribuiscono a rafforzare l’autosufficienza della meta-economia. «Io non controllo il certificato ai miei clienti, ma da qualche giorno mi sono accorto che alcuni vicini si sono accorti che il viavai nel locale è aumentato e ho paura che facciano la spia - svela un barista milanese - Da ieri faccio almeno la finta col telefonino, così pure gli spioni si tappano la bocca».
(3- Fine)
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Il Messaggero