Natasha trovata morta in riva all'Adige, era scomparsa 10 giorni fa. «Tutte le ipotesi aperte»

VERONA - Dopo 10 giorni si sono chiuse tragicamente le ricerche, mentre restano aperte tutte le ipotesi sulle cause della morte di Natasha Chokobok, la donna ucraina di 29 anni il...

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VERONA - Dopo 10 giorni si sono chiuse tragicamente le ricerche, mentre restano aperte tutte le ipotesi sulle cause della morte di Natasha Chokobok, la donna ucraina di 29 anni il cui corpo è stato trovato stamani in riva al fiume Adige a Canova, frazione di Legnago (Verona). «Il nostro elicottero in sorvolo di ricerca ha scorto una sagoma, ci siamo calati con il verricello e poi con i collegi a terra del distaccamento di Legnago abbiamo recuperato una persona incastrata tra gli arbusti, coperta di fango» hanno spiegato i vigili del fuoco, precisando che «il corpo era sull'argine sinistro dell'Adige, andando a valle». 


Mamma Natasha, scomparsa da Legnago

Il luogo del ritrovamento non è distante dall'abitazione della 29enne. Al momento non si esclude nessuna pista: la giovane donna potrebbe essere stata trascinata dalla corrente, è ancora prematuro stabilire se si sia buttata oppure se sia scivolata o se sia stata gettata nel fiume. Saranno gli accertamenti investigativi a far luce sul caso, con l'ausilio dell'esame autoptico disposto dal magistrato, che verrà eseguito nelle prossime ore. Da una prima ricognizione, tuttavia, sul cadavere non sono stati riscontrati segni di violenza. Così la vicenda resta ancora un «giallo». La donna, che lavorava saltuariamente come colf, viveva a Porto di Legnago con la figlia di sei anni e il compagno Alin Rus, 35 anni, un operaio romeno. 
 
Era stato proprio l'uomo a denunciare ai carabinieri, all'indomani della scomparsa, che la compagna improvvisamente era uscita di casa per gettare la plastica e non era più rientrata, nonostante avesse lasciato a casa le chiavi e il telefono. La madre della donna ha subito avanzato sospetti nei confronti del compagno della figlia, anche ai microfoni di «Chi l'ha visto?», la trasmissione di RaiTre che due giorni fa si è occupata della scomparsa di Natasha. E oggi le è toccato lo straziante compito di riconoscere il cadavere della figlia, riemerso dalle acque dell'Adige dove molto probabilmente è stato inghiottito dieci giorni fa. Secondo quanto si è appreso, la 29enne aveva presentato due denunce contro il compagno per maltrattamenti, ma poi le aveva ritirate. L'uomo verrà nuovamente sentito al Comando della Compagnia dei Carabinieri di Legnago.


Le indagini sono affidate ai militari del Reparto Operativo, che nei giorni scorsi avevano già raccolto testimonianze, ma finora non era emersa nessuna traccia che provasse un allontanamento volontario della donna, o che Natasha sia stata vittima di un'aggressione. Cordoglio viene espresso dal sindaco di Legnago, Clara Scapin, per la quale «resta il rammarico più grande di non essere forse stati in grado di cogliere eventuali grida d'allarme e richieste d'aiuto di questa giovane donna».​ Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero