Professionisti della truffa alle assicurazioni, finti testimoni e fascicoli costruiti a tavolino, in una vicenda consumata all’ombra dei giudici di pace di Barra e di Casema...
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Sono diciotto gli avvocati finiti ai domiciliari al termine di indagini su false testimonianze e false denunce. Una inchiesta nata dall’azione coraggiosa di denuncia del consiglio dell’ordine degli avvocati; otto esponenti del consiglio dell’ordine hanno preso parte alle perquisizione.
Associazione per delinquere finalizzata alle truffe assicurative finalizzata ai falsi sinistri, interi studi legali coinvolti al termine del blitz Napoletano (ribadiamo: non c’è coinvolgimento dei giudici di pace).
Migliaia sono le false procedure individuate, con costi sociali enormi sui premi assicurativi. Associazione per delinquere, riciclaggio che avveniva all’estero, attraverso società che avevano sede a Malta: una organizzazione che aveva sede all’estero e che era strutturata, ben altra cosa dal fenomeno oleografico raccontato dal film «Così parlò Bellavista». Ritrovati pc e supporti informatici che hanno ancora dentro elementi ritenuti utili alle indagini. Inchiesta coordinata dai pm Stefano Capuano, Alessandra Converso, Salvatore Prisco, sotto la guida del procuratore aggiunto Rosa Volpe, che hanno guidato il lavoro degli uomini della polizia municipale e dell’aliquota della guardia di finanza della Procura.
Dalle indagini è spuntato anche un tariffario: cento euro a testimonianza; 2.800 sinistri, 2.200 già iscritti al ruolo, secondo quanto è emerso da un anno di indagine; una truffa per milioni di euro. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero