Napoli, voragine a Casoria: sprofonda camion dei rifiuti, 50 famiglie sgomberate

Un boato, come un terremoto. Un forte odore di gas. E poi la voragine enorme: larga otto metri e profonda 12. Così grande che dentro precipita un camion compattatore di...

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Un boato, come un terremoto. Un forte odore di gas. E poi la voragine enorme: larga otto metri e profonda 12. Così grande che dentro precipita un camion compattatore di rifiuti. Casoria, comune a nord di Napoli, si risveglia così: con l'autista del mezzo tratto in salvo dai colleghi e con una 'ferita' nella terra, l'ennesima nell'area a nord di Napoli. 

   
Le conseguenze ci sono eccome: rotta una tubazione del gas, messa in sicurezza dopo ore, e cittadini che hanno dovuto lasciare le proprie abitazioni. Che cosa sia successo, spiegano i vigili del fuoco, è ancora presto per definirlo. Anche se per il primo cittadino di Casoria, Raffaele Bene, «è stata la voragine a determinare la rottura della condotta e non una fuoriuscita del gas a scatenare il crollo».

Nulla, dice il sindaco «poteva far pensare a quello che poi è successo, nei giorni scorsi non ci è pervenuta alcuna segnalazione da parte dei cittadini». Quel che è certo è che l'area a nord di Napoli, lo stesso comune di Casoria, è piena di cavità e di grotte. Era il 2011, il 10 agosto, quando a Casalnuovo, comune che dista neanche dieci km da Casoria, si verificò lo stesso incidente: una voragine, un compattatore dentro ma un esito tragico, la morte dell'autista, il 42enne Raffaele Di Monda.

Questa volta, per fortuna, l'autista di Casoriambiente, un 57enne del luogo, sarebbe precipitato con la parte posteriore del mezzo: per lui solo accertamenti in ospedale. «La cosa importante è che non ci siano state vittime e che si è riusciti a mettere in sicurezza la condotta del gas - conclude il sindaco - quanto alle persone che hanno dovuto lasciare le proprie abitazioni, inizialmente la 'zona rossà ha coinvolto gli edifici di ben tre strade prospicienti, ora direi che saranno una ventina le persone che almeno oggi non potranno rientrare a casa».
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Il Messaggero