Napoli, agguato in strada: 80 colpi esplosi per uccidere un ragazzo. Presi gli uomini del commando

Il giovane è rimasto ferito. Colpita anche una donna

Napoli, agguato in strada: 80 colpi esplosi per uccidere un ragazzo. Presi gli uomini del commando
È uno scenario da guerra quello che si è presentato dinanzi agli occhi degli investigatori accorsi, mercoledì sera, in corso Arnaldo Lucci, teatro...

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È uno scenario da guerra quello che si è presentato dinanzi agli occhi degli investigatori accorsi, mercoledì sera, in corso Arnaldo Lucci, teatro dell'ennesimo episodio di violenza camorristica. Decine di bossoli e di proiettili inesplosi ricoprono il manto stradale dell'incrocio con via Toscano dove poco prima erano stati feriti Nicola Giuseppe Moffa, da qualche settimana diciottenne, e una donna di sessantotto anni, A. V., colpita per errore nel corso della furiosa sparatoria.

Un agguato in piena regola quello che, secondo le prime ricostruzioni degli investigatori, aveva come bersaglio il ragazzo, piccolo pregiudicato della zona Mercato e imparentato con alcuni personaggi ritenuti vicini all'organizzazione camorristica dei Contini. Per sua fortuna, nonostante la tempesta di fuoco scatenata dai killer, ha riportato solo ferite agli arti inferiori. Ricoverato presso l'ospedale Vecchio Pellegrini, le condizioni sono state giudicate tali da non far temere per la sua vita sebbene la prognosi sia di diverse settimane. Miracolata anche la signora raggiunta ad un gluteo da un proiettile, forse, di rimbalzo e subito medicata dal personale dell'Ospedale del Mare. 

L'agguato

Una vicenda gravissima che fa ripiombare l'intera zona compresa tra piazza Mercato e le Case Nuove nell'incubo di una nuova faida tra organizzazioni criminali. Fortunatamente, però, le indagini, condotte dagli uomini della Squadra Mobile, già nelle ore immediatamente successive, hanno portato all'arresto di soggetti che si sospetta possano essere legati alla sparatoria perché nel corso di perquisizioni sono state recuperate armi. La conferma potrebbe arrivare dagli esami balistici. Un'attività lampo quella condotta dagli uomini coordinati dal primo dirigente Alfredo Fabbrocini che avrebbe appunto portato anche al sequestro di alcune delle armi utilizzate nel raid.

Ed è proprio dai reperti recuperati dagli investigatori, oltre 80 secondo alcune indiscrezioni, che si è partiti per ricostruire l'accaduto e, soprattutto, per dare un nome e un volto ai responsabili che avrebbero potuto provocare una strage. Almeno due, infatti, le armi utilizzate dal commando, di cui una, dal calibro dei proiettili e dei bossoli recuperati, da guerra. L'altra, invece, un revolver. Un dettaglio, questo, che ha subito colpito l'attenzione degli investigatori perché segnale che chi ha sparato non l'ha fatto per intimidire o punire ma aveva un chiaro compito da portare a termine, ammazzare Moffa. 

Le indagini

Quale sia il motivo che ha spinto la camorra a decretare la morte di un ragazzino è ancora oggetto di indagine e, per questo, coperto da massimo riserbo. Tuttavia, non è la prima volta che il giovanissimo ferito finisce coinvolto in una sparatoria. La conferma è stato lui stessa a fornirla ai medici che lo stavano curando quando, nel medicargli le ferite, hanno notato sulla gamba sinistra una cicatrice compatibile con un colpo di pistola che lo stesso Moffa ha detto essere un ricordo di un precedente agguato. D'altronde, riferiscono le forze dell'ordine, sebbene appena maggiorenne, il ferito è da un po' che è sui radar di chi monitora gli andamenti criminali dell'area a ridosso a piazza Garibaldi. Il suo nome, infatti, sarebbe legato ad alcune indagini sulle paranze di baby rapinatori che flagellano il centro storico. Un particolare, quest'ultimo che sembra essere confermato anche spulciando tra le sue amicizie sui social. Tra le decine di nomi, infatti, spunta quello di Luigi Caiafa, il giovanissimo rapinatore, ucciso da un poliziotto dopo che, quest'ultimo, si era visto puntare contro un'arma rivelatasi, poi, a salve. Proprio questa sua presunta vicinanza alle batterie di giovani rapinatori potrebbe fornire una chiave di lettura a quello che è accaduto due sere fa in via Arnaldo Lucci. Possibile, ma siamo nel campo delle ipotesi, che Moffa possa essere stato condannato a morte per un colpo commesso ai danni di personaggi di peso della zona di piazza Mercato. Un'altra, ed è più inquietante, è quella invece che porta ad una ripresa dell'annosa faida tra organizzazioni malavitose che imperversano nell'area. 

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Il Messaggero