Due omicidi nel giro di 12 ore. Tra la folla del sabato sera e in pieno giorno, di domenica. Niente ha fermato la ferocia dei killer entrati in azione nel Napoletano. Questa...
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Il 24 marzo del 2000 fu centrato con un colpo di arma da fuoco alla tempia destra da un cecchino armato di fucile e appostato sul terrazzo di un edificio disabitato. Gennaro Mariniello, 49 anni, al momento dell'agguato, era affacciato al balcone di casa. Un delitto da inquadrare, in quella come in questa circostanza, come un allarmante segnale della guerra di camorra per il controllo delle attività illecite ad Acerra. Peraltro, in quella occasione, i familiari di Mariniello - che al momento dell'agguato era ritenuto un esponente di primo piano della criminalità organizzata locale - erano riusciti per qualche ora a non far trapelare la notizia dell'omicidio e avevano parlato di morte naturale, di un ictus. Una notizia presto smentita dai primi esami esterni sul cadavere.
Ad avviare le indagini dopo l'omicidio di oggi sono stati i Carabinieri che stanno cercando di fare luce, assieme alla Dda, anche sull'omicidio di ieri sera a Mugnano, a nord di Napoli dove è stato ammazzato un venditore ambulante di pesce. Si è trattato di una vera e propria esecuzione. Giovanni Pianese, 63 anni, alcuni precedenti lontani nel tempo, è stato raggiunto alla testa da un solo colpo di pistola che non gli ha lasciato scampo. Panico tra la folla che si trovava nella zona particolarmente frequentata per la presenza di numerosi negozi. Un fatto di sangue che ha provocato sconcerto a Mugnano dove da tempo tacevano le armi della camorra. Il sindaco di Mugnano, Luigi Sarnataro, non esita a raccontare tutte le sue preoccupazioni. «Hanno ammazzato con tantissima gente in strada, come se avessero voluto lanciare un segnale, 'non ci importa di nulla, qua comandiamo noì. È questo non si può assolutamente accettare, è intollerabile. Occorre fare al più presto chiarezza su quanto accaduto ed individuare i colpevoli».
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Il Messaggero