Scuola milanese vieta agli studenti musulmani il Ramadan. «Non è consentito il digiuno»

Scuola milanese vieta agli studenti musulmani il Ramadan. «Non è consentito il digiuno»
Milano – Una scuola pubblica italiana, in questo caso l'Istituto Comprensivo Statale Ermanno Olmi di Milano, ha diramato una circolare per vietare agli studenti di fede...

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Milano – Una scuola pubblica italiana, in questo caso l'Istituto Comprensivo Statale Ermanno Olmi di Milano, ha diramato una circolare per vietare agli studenti di fede musulmana di osservare il digiuno del Ramadan. La minaccia nemmeno troppo velata rivolta ai genitori (quasi tutti immigrati) è di denunciare «alle autorità competenti» in caso di «inosservanza di questa indicazione regolamentare» si legge nel documento che sta sollevato un autentico putiferio perché, a detta della comunità musulmana, metterebbe in discussione il principio della libertà religiosa e dei principi costituzionali.

La scuola in questione - composta di classi elementari e medie – è frequentata da tanti bambini stranieri che vanno dai 6 anni fino ai 14 anni. Il precetto islamico di rispettare il digiuno dall'alba al tramonto, per tutto il mese del Ramadan, si rivolge solo esclusivamente ai ragazzini considerati già in età puberale.

«Per chi è osservante l'obbligo alla pratica del digiuno riguarda solo la fascia della pubertà che solitamente arriva attorno ai 12 o 13 anni. I bambini sotto quella età o non in età puberale ne sono esclusi ovviamente. Sono loro che devono valutare liberamente se seguire o meno il precetto. Nessuno deve essere obbligato» spiega Davide Piccardo, direttore della Luce.news, che ha raccolto lo sconcerto di tanti genitori e di conseguenza ha diffuso la circolare dell'Istituto statale Olmi.

«Noi pensiamo che sia una questione grave che attiene al diritto alla libertà di culto; in questo caso è palesemente disatteso. I ragazzini musulmani che vorrebbero volontariamente seguire questa pratica hanno chiesto di essere esentati dall'andare in mensa e da quel momento è partita questa circolare» ha spiegato Piccardo.

La minaccia nemmeno troppo velata rivolta alle famiglie musulmane – soprattutto egiziane e del Bangladesh – è di segnalare i genitori alle autorità, seminando il panico poichè hanno subito pensato ad un possibile intervento dei servizi sociali e al rischio addirittura di vedersi togliere i figli.

La prossima settimana inizierà il mese Ramadan, un mese del calendario lunare islamico in cui i musulmani di tutto il mondo praticano il digiuno rituale che consiste dall’astenersi da cibo e bevande dall’alba al tramonto. 

Nella circolare si legge: «Si ricorda quanto previsto dal regolamento d’istituto, a cui tutti sono tenuti ad attenersi e che viene accettato e sottoscritto all’atto dell’iscrizione a scuola: Come comunicato dalla Comunità Islamica Italiana, si ricorda alle famiglie che i minori in età scolare sono esentati dal digiuno durante il Ramadan coincidente con la frequenza scolastica. Pertanto, per questa motivazione, la scuola non ammette uscite in orario mensa, nè permette che gli alunni digiunino a scuola».

Il testo aggiunge un riferimento al fatto che gli studenti essendo affidati alla responsabilità del  personale scolastico si devono «alimentare in modo naturale». 

Secondo la comunità islamica la vicenda mette in dubbio le libertà civili e costituzionali.  Piccardo aggiunge: «non sappiamo chi sia questa fantomatica Comunità Islamica Italiana ma nessuno può stabilire il divieto di adempiere ad un obbligo religioso preciso che costituisce uno dei cinque pilastri dell’Islam, e tantomeno non è ammissibile che una scuola pubblica dello Stato laico rediga i suoi regolamenti sulla base di pareri di giurisprudenza islamica raccattati qua e là a seconda della convenienza. Il digiuno nel mese di Ramadan è un obbligo religioso per ogni musulmano e musulmana che abbia raggiunto la pubertà». 


 

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Il Messaggero