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C'è chi se la prende con il vuoto formativo dei giovani di oggi, chi invece dà la colpa ai due anni di pandemia che ha costretto molti ragazzi a stare isolati. Fatto sta che quest'estate la movida violenta sta imperversando da nord a sud, costringendo prefetti, sindaci, commercianti a mettersi intorno ad un tavolo per trovare una soluzione. La questione è preoccupante: fuori dai locali i giovani vanno in escandescenza, dai piccoli litigi si passa facilmente ai coltelli, se non addirittura alle armi. Droga e alcol sembrano farla ovunque da padroni. Ed ecco allora che, se forze dell'ordine e polizia municipale non bastano, chi gestisce i locali del divertimento spesso mette mano al portafoglio e ricorre alla sicurezza dei vigilantes. A Ponza, il titolare dell'attività nautica Ciccio Nero, Umberto De Maio, ha deciso di affidare il suo pontile e l'area di pertinenza a un servizio di sorveglianza privata. «Purtroppo ha spiegato l'imprenditore sull'isola già si registrano i primi tafferugli nelle ore notturne e le forze dell'ordine già hanno il loro da fare, con la previsione che nei prossimi giorni la situazione potrà solo peggiorare».
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LA RIUNIONE
Come del resto sanno bene le autorità locali: martedì scorso si è riunito a Ponza il Comitato per l'ordine e la sicurezza convocato dalla prefettura di Latina. A fare il punto della situazione, oltre al prefetto Maurizio Falco, anche il questore e i vertici di carabinieri e guardia di finanza. In realtà, le ordinanze per garantire ordine e tranquillità ai vacanzieri sono state già approvate da diverso tempo in tutte le Regioni. Eppure, gli atti violenti, soprattutto fra i giovani, hanno convinto sindaci e questori ad incrementare le attività di controllo.
Ieri, a Napoli, il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal prefetto Claudio Palomba, ha stabilito di aumentare i servizi di presidio sul territorio, anche da parte delle forze dell'ordine.
I RINFORZI
Che le forze dell'ordine da sole non siano sufficienti per sorvegliare tutte le vie della movida è però un dato di fatto. Ecco che allora l'idea di ingaggiare gli steward per presidiare il territorio è stata considerata una buona soluzione anche dalla giunta comunale di Milano. Le linee di indirizzo per l'erogazione di contributi da destinare ad associazioni, enti e istituzioni che rappresentano commercianti e proprietari di pubblici servizi, approvate di recente, prevedono un contributo di 120mila euro. Le risorse stanziate dovranno essere spese per servizi di sicurezza sussidiaria e per mettere in campo attività che impediscano gli aspetti negativi della movida. L'obiettivo è ambizioso: «garantire il corretto uso degli spazi cittadini nelle ore serali - ha chiarito l'assessore allo Sviluppo economico Alessia Cappello - il rispetto delle condizioni di vita di tutti e tutte e l'osservanza delle basilari regole della convivenza civile».
Intanto, anche il Comune di Bologna ha deciso di puntare sulla sicurezza e il controllo delle vie del divertimento, con un servizio di sorveglianza che si va quindi ad affiancare a quello svolto dalla polizia locale e dalle forze dell'ordine. I 213mila euro stanziati serviranno per aumentare la presenza degli street tutor in più zone del centro, mediare i conflitti e presidiare lo spazio pubblico all'esterno dei locali. Un milione di euro, invece, servirà per installare nuove telecamere di sorveglianza, integrate con l'illuminazione pubblica. E sempre per evitare il peggio, molti Comuni, come Roma, provano a rafforzare i controlli. Spesso su richiesta degli stessi residenti. Ad Avezzano, in Abruzzo, l'assessore con delega alla sicurezza, Roberto Verdecchia, dopo aver incontrato più volte gli esercenti esasperati dagli atteggiamenti incivili e vandalici dei giovani, ha richiesto la presenza rafforzata della Polizia Locale nella fascia oraria dalle 18 alle 24.
Il Messaggero