Fiamme altissime per tutta la notte sul Monte Cofano, poco distante dalla frequentatissima San Vito Lo Capo, dove ieri sera è divampato un vasto incendio. Diversi i mezzi...
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Le fiamme erano partite dal versante di località Tono, sulla baia di Castellucci e Macari, e ha poi scavalcato la vallata affacciandosi sopra il mare di Cornino. Le fiamme hanno rischiato di raggiungere le abitazioni ai piedi del monte.
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«Le foto di stanotte con Monte Cofano in fiamme fanno rabbrividire, ci deprimono e ci sconfortano profondamente. Le alte fiamme che hanno avvolto tutta la riserva naturale hanno trasformato la montagna a picco sul mare in un vulcano in eruzione, pronto ad esplodere». Lo dichiara Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia. «Un altro, l'ennesimo, pezzo della nostra bellezza è andata in fumo. Chissà quanti anni ci vorranno per farlo rivivere - dice -Ma chi vuole tutto questo? Chi sono questi assassini di futuro? Chi continua a seminare odio per la nostra terra, per il nostro patrimonio naturalistico?». «Sono queste violenze, questi assurdi atti voluti, pensati e realizzati da siciliani, che distruggono la nostra vita, le nostre comunità, i nostri territori, la nostra storia. Non quei poveri disgraziati che arrivano con i barchini per fuggire dalla fame e dalle guerre - aggiunge -Siamo noi siciliani i colpevoli e i responsabili. Siamo noi che appicchiamo il fuoco. Lo sappiamo che sono pochi questi delinquenti, criminali, ladri di speranze, ma noi tutti non facciamo nulla per fermarli. Non basta più inasprire le pene per chi commette questi reati. È il nostro modo di pensare che deve cambiare».
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«Ancora una volta la Sicilia è stata massacrata con danni irreversibili in una delle zone più belle. Questo scempio non è più tollerabile». Così il presidente di Coldiretti Sicilia Francesco Ferreri commenta l'incendio della Riserva di Monte Cofano, luogo simbolo in provincia di Trapani, «amato da migliaia di escursionisti». «Ogni anno si ripete lo sterminio di aree verdi che provoca danni irreversibili - aggiunge. Occorre avviare piani di prevenzione già dall'inverno, aumentando i controlli nelle aree sensibili. Se non si incentiva l'educazione ambientale tracceremo bilanci sempre più gravi», dice.
Il Messaggero