«Quando sono entrata nello studio fotografico a Milano, c'era silenzio, non vedevo nessuno. È stato in quel momento che qualcuno mi ha messo un braccio sul collo...
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L'uomo è accusato di essere stato il complice del fratello minore Lukasz Pawel Herba, già condannato in primo grado a Milano a 16 anni e 9 mesi di carcere per il sequestro a scopo di estorsione della ragazza. La giovane ha raccontato di essere stata attirata a Milano con la scusa di un servizio fotografico, ma che, una volta arrivata all'appuntamento nello studio milanese dove avrebbe dovuto iniziare lo shooting, fu stordita e rapita per sei giorni, dall'11 al 17 luglio 2017.
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«Mi sono risvegliata in uno spazio ristretto - ha proseguito la ragazza - poi ho capito di essere dentro un borsone, con polsi e caviglie ammanettate. Mi hanno messo del nastro isolante sulla bocca». E ancora: «Hanno fatto un buco nel borsone così che potessi respirare. All'inizio non sapevo dove mi trovassi, c'è voluto un pò di tempo. Poi ho sentito un rumore di una macchina e ho capito di essere dentro un bagagliaio». La giovane ha raccontato che, mentre si trovava all'interno dell'auto, essendo riuscita a togliere il nastro adesivo dalla bocca, ha provato ad attirare l'attenzione del guidatore.
«Dicevo: 'guidatore! Dove stiamo andando?'. Poi sono riuscita ad aprire il borsone, quando la macchina si è fermata, il bagagliaio si è aperto e ho visto di fronte a me due uomini mascherati». La vicenda risale al luglio dello scorso anno: secondo le indagini della Squadra Mobile, coordinate dal pm Paolo Storari, la modella venne tenuta segregata tra l'11 e il 17 luglio 2017 prima in un appartamento a Milano e poi in una baita isolata a Lemie, in provincia di Torino. L'udienza è stata rinviata al prossimo 14 giugno. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero