Fingono di essere state violentate da immigrati, smascherate due adolescenti

Fingono di essere state violentate da immigrati, smascherate due adolescenti
MILANO Erano soltanto bugie, per fortuna. Si erano inventate tutto, incolpando alcuni immigrati di averle violentate. Ma quando sono state messe alle strette dagli investigatori,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
MILANO Erano soltanto bugie, per fortuna. Si erano inventate tutto, incolpando alcuni immigrati di averle violentate. Ma quando sono state messe alle strette dagli investigatori, le due quindicenni hanno raccontato la verità.

INTERCETTAZIONI
Sono due i casi di «finto stupro» che negli ultimi mesi sono stati smascherati dalle indagini della squadra mobile e della procura di Milano coordinate dall’aggiunto Maria Letizia Mannella e dal pm Antonia Pavan. Dopo mesi di accertamenti da parte degli inquirenti, una delle «vittime», una ragazza di 15 anni, ha ammesso davanti al magistrato che una violenza denunciata lo scorso agosto era solo una bugia, raccontata che perché temeva di essere rimasta incinta da una relazione con un diciottenne. La ragazza ai primi di agosto si è fatta accompagnare dai genitori e dai carabinieri alla clinica Mangiagalli, denunciando di aver subito una violenza «da quattro uomini di colore» in un bosco nell’hinterland milanese. Uno dei quali - descritto con maglia blu e jeans - è stato indicato come autore dello stupro.

La visita a cui si è sottoposta al Centro antiviolenza non ha rilevato lesioni evidenti, ma solo un suo stato di «prostrazione e tristezza». E così sono scattate le indagini con tanto di intercettazioni e acquisizione delle telecamere della zona vicino a quel boschetto che la ragazza aveva indicato. Gli accertamenti sono proseguiti per mesi, fino a quando ieri il pm Pavan, sentendo a verbale la ragazza, all’ennesima risposta poco convincente, le ha intimato: «Non prenderci più in giro». Così la ragazzina è crollata. È emerso che si era inventata tutto perché temeva in quel periodo di essere rimasta incinta. Lo stesso ragazzo che frequentava avrebbe cercato di dissuaderla dall’andare avanti nel racconto di fantasia. La ragazzina è ora indagata dalla Procura per i minorenni per simulazione di reato.

LA CONFESSIONE

Indagata anche un’altra adolescente che nei mesi scorsi ha detto di essere stata violentata da un immigrato sempre in un bosco del milanese. Alla squadra mobile ha raccontato all’inizio di non avere intenzione di spiegare i dettagli della violenza poi, nel corso di un sopralluogo a casa sua, ha preso da parte un ispettore e gli ha svelato che lo stupro era solo frutto della sua fantasia. «Mi sono inventata tutto», ha ammesso. Il motivo, anche in questo caso, risiedeva nel timore di essere rimasta incinta in seguito a un rapporto e di aver contratto qualche malattia. Anche in questo caso l’indagine per violenza sessuale è stata archiviata.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero