Milano, soldi della droga ripuliti con le opere di Banksy: indagato anche Genovese

Il denaro della droga veniva riciclato in vendite fittizie di opere d'arte. E il capo della banda, Andrea Deiana - titolare di una galleria ad Amsterdam, in Olanda, adesso...

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Il denaro della droga veniva riciclato in vendite fittizie di opere d'arte. E il capo della banda, Andrea Deiana - titolare di una galleria ad Amsterdam, in Olanda, adesso posta sotto sequestro - era ossessionato dal famosissimo writer inglese Banksy, al punto da usare il suo nome come pseudonimo per comunicare attraverso chat criptate. A partire da mercoledì scorso la Squadra Mobile di Milano coordinata dalla Dda, ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 31 persone, in Italia e in Europa, tutte in un qualche modo connesse a un'associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Tra queste, anche l'imprenditore Alberto Genovese, già a processo perché accusato di due violenze sessuali.


Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, infatti, l'ex mago del web avrebbe acquistato 100 grammi di sostanze - probabilmente cocaina o ketamina rosa, perché è emerso che ne avevano parlato al femminile - da altri due indagati, nel novembre del 2019. Esattamente un anno dopo, a ottobre, Genovese era stato arrestato per il presunto abuso di una ragazza avvenuto durante una festa nel suo attico denominato Terrazza sentimento, mentre la vittima si trovava sotto l'effetto di quelle sostanze. Come fa notare anche il gip nell'ordinanza, i poliziotti, poi, avevano «proprio rinvenuto quelle due qualità di stupefacenti».

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I TRAFFICANTI
Le indagini - che si sono estese anche ad altri Stati tra cui Olanda, Spagna e Lituania - hanno preso il via ormai quasi tre anni fa, quando l'individuazione di una cellula locale di trafficanti milanesi, riconducibile a due imprenditori nel campo della ristorazione, ha permesso di risalire all'importantissimo broker internazionale della droga Deiana, legato a narcos sudamericani, latitanti ed esponenti della criminalità organizzata.
Oltre duecento agenti sono stati impegnati in Italia e all'estero con una cinquantina di perquisizioni, tra cui una in un circolo a Cologno Monzese, alle porte di Milano, riconducibile a un gruppo di motociclisti (due dei soci sono poi risultati coinvolti in una rilevante importazione di hashish). Oltre alla galleria d'arte in Olanda, sono stati inoltre sequestrati anche i conti correnti di due aziende di logistica e trasporti in provincia di Milano e a Como. Nelle indagini è stato poi fondamentale il supporto di Europol, del servizio centrale operativo della direzione centrale anticrimine, della direzione centrale servizi antidroga e del servizio per la cooperazione internazionale di polizia (divisione Interpol e divisione Si.re.ne).
L'idea del riciclaggio tramite le opere d'arte sarebbe nata proprio da Deiana, come emerge da una chat con un altro degli indagati, l'esponente del clan Coluccia di Galatina (Lecce), Vincenzo Amato, a sua volta latitante. Il capo della banda scriveva, nel 2020, che con i quadri «si puliscono soldi senza pagare spese, anzi, guadagnando». E lo scopo della sua galleria in Olanda, la Art3035, era proprio quello. «Ma è proprio dallo studio di diversi articoli e locandine rivenuti sul web - scrive nell'ordinanza il gip Carlo Ottone De Marchi - che l'attenzione sulla figura dell'imprenditore d'arte è cominciata ad alimentarsi».
E non solo perché l'uomo «privo di utili redditi dichiarati in Italia, nel 2018 dal nulla ha avviato la galleria», ma soprattutto per Banksy (che compariva sempre tra gli artisti trattati e una cui litografia, peraltro, sarebbe comparsa in una delle vendite fittizie). Proprio il nome del writer senza volto, di cui il presunto narcotrafficante era particolarmente appassionato, veniva utilizzato dallo stesso come pseudonimo per comunicare tramite telefoni criptati. E questo ha senz'altro contribuito a creare un ulteriore collegamento. Sì, perché ciascuno degli indagati si era scelto un proprio nickname, legato in un qualche modo alla propria vita o alle proprie passioni. C'erano Obi-Wan Kenobi, Pinocchio, Nonna Maria, Milly e Nestor (quest'ultimo un rivoluzionario anarchico ucraino).


Deiana, secondo quanto emerso dalla ricostruzione degli investigatori, era anche legato a Raffaele Imperiale, uno dei più importanti trafficanti di droga al mondo, esponente della camorra. Noto anche come boss dei Van Gogh - per aver acquistato due tele del pittore fiammingo trafugate dal museo di Amsterdam -, Imperiale sarebbe stato favorito dallo stesso mercante d'arte durante la sua latitanza in Europa. Ma non solo, Deiana lo avrebbe anche scortato nella fuga da Kiev a Dubai. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero