Milano, migliaia in corteo contro la chiusura del centro di accoglienza: «Fermiamo Salvini»

Milano, migliaia in corteo contro la chiusura del centro di accoglienza: «Fermiamo Salvini»
>ANSA/ DL SICUREZZA:APPELLO ONG E CORTEO MILANO CONTRO SALVINI Strada, è razzismo e fascismo. A Crotone 24 fuori dal Cara (di Enrico Martinelli) (ANSA) - MILANO, 1 DIC...

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>ANSA/ DL SICUREZZA:APPELLO ONG E CORTEO MILANO CONTRO SALVINI Strada, è razzismo e fascismo. A Crotone 24 fuori dal Cara (di Enrico Martinelli) (ANSA) - MILANO, 1 DIC -


Dalle migliaia di manifestanti in strada a Milano ai rappresentanti delle associazioni umanitarie, si fa sentire la protesta contro le politiche nei confronti dei migranti contenute nel Decreto Sicurezza voluto dal ministro dell'Interno Matteo Salvini. Contro la stretta sull'accoglienza prevista dal decreto, il fondatore di Emergency, Gino Strada, ha fatto un appello al presidente della Repubblica Sergio Mattarella parlando di «forma di razzismo e di fascismo. Sono sicuro che questo decreto non passerà senza conseguenze e che porterà sofferenze in più per un sacco di gente perché si restringe di fatto la possibilità di aiutare le persone e questo è molto grave».

All'appello di Gino Strada, che segue quello dell'altro ieri di Terres des Hommes, si è unita anche ActionAid: «Il presidente della Repubblica si faccia garante della Costituzione e porsi a tutela dei cittadini contro la contrazione dei diritti e la regressione culturale. Siamo di fronte a un attacco non solo ai migranti, ma anche al welfare locale. Questo decreto confonde la sicurezza col contrasto alla precarietà e la salvaguardia dei diritti».

Tra gli obiettivi del ministro Salvini c'è anche l'apertura di un centro per il rimpatrio in ogni regione e proprio l'annunciata conversione della struttura di via Corelli a Milano da Cas a Cpr è stata contestata da qualche migliaia di persone che hanno sfilato nel pomeriggio nelle strade del capoluogo lombardo: studenti, associazioni di vario tipo, dall'Anpi all'Arci, centri sociali, sindacati e partiti hanno partecipato al corteo organizzato dalla rete 'Mai più lager-No ai Cpr' fino a poche centinaia di metri dal centro dove attualmente vivono circa 450 migranti e dove lavorano 75 persone.

Molti gli slogan contro il ministro dell'Interno e contro il governo gialloverde in un corteo pacifico senza alcuna tensione, anche quando un piccolo gruppetto di manifestanti ha cercato di avvicinarsi al centro, ma ha trovato la via completamente transennata e presidiata dalle forze dell'ordine. Alla fine è rimasta sull'asfalto una grande scritta Lager fatta con la vernice bianca e la promessa di tornare in piazza in occasione della prima della Scala, il 7 dicembre.


«Dopo aver parlato coi responsabili delle strutture d'accoglienza sconvolte dallo tsunami del decreto Salvini e aver letto i numeri di donne, bambini, giovani uomini che in queste settimane finiranno per strada volevo esprimere un concetto piuttosto articolato. Salvini: sei un buffone pericoloso, ma noi resisteremo», ha detto Pierfrancesco Majorino, l'assessore comunale alle Politiche sociali. E proprio il Comune milanese ha già approvato due ordini del giorno per chiedere al governo di rivedere la conversione in Cpr di via Corelli. Il timore è che centinaia di persone finiscano per le strade della città, vista anche la stretta sull'accoglienza nel circuito Sprar. Come successo in Calabria, dove 24 migranti in possesso di permesso umanitario hanno passato la prima notte fuori dal Centro accoglienza richiedenti asilo di Isola Capo Rizzuto.
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Il Messaggero