Migranti, emergenza sbarchi: il vademecum anti-Covid per i soccorritori

L'emergenza pandemica di Covid-19 non ha cancellato i flussi migratori verso l'Italia ma ha piuttosto evidenziato l'importanza della sicurezza sanitaria e della...

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L'emergenza pandemica di Covid-19 non ha cancellato i flussi migratori verso l'Italia ma ha piuttosto evidenziato l'importanza della sicurezza sanitaria e della tutela della salute degli operatori della Polizia di Stato, impiegati nei servizi di accoglienza. La previsione di un incremento degli sbarchi, a partire dalle prossime settimane, ha quindi spinto la Direzione centrale di sanità del dipartimento della Pubblica sicurezza a emanare una circolare per porre un focus sulla questione. Una sorta di raccomandazione che il Ministero dell'Interno fa al personale di primo soccorso affinché ci sia una piena adesione ai protocolli pensati per contenere l'infezione da Sars-Cov-2, su tutto il territorio nazionale, estendibili anche alle profilassi per le malattie infettive talvolta osservate nei migranti come scabbia e tubercolosi che comunque, negli anni passati, non hanno dato vita a focolai nel corpo della Polizia di Stato.

 

Come si svolgono i controlli

 

Il controllo dello stato di salute dei migranti, in prima battuta, è a carico degli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera del Ministero della Salute con cui collabora la Croce Rossa italiana e inizia già con l'approdo della nave in banchina con un primo triage a bordo e con l'esecuzione di tamponi per la ricerca del Covid. A ciò segue un regime di quarantena, terminato il quale, è previsto un secondo tampone di verifica. Quello che viene richiesto al personale sanitario è poi la comunicazione diretta con il Ministero della Salute per segnalare eventuali criticità ed esigenze e la formazione e l'informazione sui rischi biologici e sul primo soccorso.

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Cosa fa la direzione centrale di sanità

 

Alla Direzione centrale di sanità spetta il compito di coordinare la distribuzione dei dispositivi di protezione individuale assegnandoli agli uffici sanitari della Polizia di Stato. I coordinatori sanitari competenti per le regioni interessate dagli sbarchi come Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna, invece, si occuperanno del raccordo con il territorio individuando dove necessario dei medici referenti di area incaricati di seguire il fenomeno e fornire supporto dove necessario. Sempre i coordinatori si occuperanno degli eventuali trasferimenti del personale di Polizia richiesti per motivi di salute. Periodicamente saranno effettuati dei sopralluoghi nei siti dove è impiegato il personale per valutare il rispetto o meno dei protocolli di profilassi da parte degli operatori di polizia, le condizioni igieniche delle aree di lavoro e la diponibilità oltre che il corretto utilizzo dei DPI.

 

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Il Messaggero