Gestivano il traffico di clandestini, dal loro arrivo nel sud Italia agli spostamenti nel Nord Europa, utilizzando come centrale operativa l'ex Moi di Torino, il villaggio...
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L'operazione Mogadiscio, come è stata battezzata dalla squadra mobile di Torino che l'ha condotta con i colleghi di Firenze e Gorizia e con il supporto di Europol e Eurojust, ha preso il via tre anni fa, quando la polizia francese individuò un passeur partito proprio dalle palazzine di via Giordano Bruno. Il gruppo si faceva pagare per organizzare i viaggi tramite l'Hawala, istituto giuridico di pagamento che trae origine dalla legge islamica. Illegale in Occidente, consente che le transazioni di denaro tra soggetti dimoranti in Paesi diversi avvenga tramite agenti di scambio che, in seguito, regolano i loro rapporti con operazioni di compensazione tramite piattaforme informatiche come Money Transfer. Gli agenti della squadra mobile hanno sequestrato oltre 60mila euro. In alcuni casi ai clandestini venivano forniti anche i documenti - in alcuni casi falsi e, in altri, contraffatti con la sostituzione della fotografia - poi restituiti in modo da poter essere riutilizzati. Le accuse sono favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, abusiva attività di prestazione di servizi di pagamento, contraffazione di documenti di identità, traffico di sostanze stupefacenti con l'aggravante della transnazionalità. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero