Ha detto di essere innocente, di averli inseguiti, in sella alla sua moto, ma di non essere stato lui a speronarli provocando la caduta dello scooter, su cui viaggiavano la...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Uccide la sorella perché ha un compagno trans: «Maria Paola infettata»
Speronata e uccisa dal fratello, il dolore del fidanzato Ciro: «Non posso accettarlo, ti amerò per sempre»
Le parole davanti al gip
«L'ho inseguita a bordo del mio scooter, ma non l'ho uccisa. Non ho provocato io l'incidente. Volevo solo chiederle di tornare a casa: aveva fatto le valigie ed era scomparsa, gettando tutta la famiglia nella disperazione», la tesi difensiva di Gaglione, fermato per omicidio preterintenzionale, durante l'udienza di convalida davanti al gip, come riferito dal suo legale.«Sul luogo dell'incidente ho notato la presenza delle telecamere. Tutto sarà chiarito, se ci sono le registrazioni. Io credo alle sue parole», ha detto l'avvocato Domenico Paolella. Il fratello è in stato di fermo nel carcere napoletano di Poggioreale. «Questa tragedia - continua l'avvocato Paolella - è stata strumentalizzata: la famiglia si aspettava più delicatezza».
Nel corso dell'interrogatorio, come rifertio dal legale, il sostituto procuratore incaricato dell'indagine non ha mai toccato l'argomento omofobia. «Antonio, come tutta la famiglia, era a conoscenza della relazione della sorella da circa due anni e mezzo», ha detto ancora Paolella ribadendo che il suo cliente «non le avrebbe mai fatto del male». «Al giudice ha spiegato - ha detto ancora il legale - che la famiglia aveva perso le tracce di Maria Paola da qualche settimana. Ha fatto le valigie e se n'è andata. Quando Antonio l'ha vista in sella allo scooter, l'ha inseguita con la sua moto, ma per chiederle di tornare a casa, per parlarle, per farla ragionare. Era andata via senza spiegazioni e tutta la famiglia era disperata». Ciro Migliore, intanto, si trova in una clinica di Acerra, in provincia di Napoli dove è stato ricoverato per le lesioni e una frattura all'avambraccio causati nell'incidente.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero