Maradona a Napoli, ecco la casa di Posillipo: «Diego voleva acquistarla, dicemmo no»

Maradona a Napoli, ecco la casa di Posillipo: «Diego voleva acquistarla, dicemmo no»
Il lutto, il tempo che passa, il ricordo di D10s intriso nelle pareti di casa Tranchese. Ecco il terrazzo su cui sono state girate alcune riprese di Sueño Bendito, la serie...

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Il lutto, il tempo che passa, il ricordo di D10s intriso nelle pareti di casa Tranchese. Ecco il terrazzo su cui sono state girate alcune riprese di Sueño Bendito, la serie tv in arrivo su Amazon Prime sul Pibe de Oro. Alessandra Tranchese, proprietaria dell'appartamento al 31 di via Scipione Capece, vive negli stessi metri quadrati in cui Diego ha trascorso i suoi 7 anni a Napoli e ci indica il punto esatto del balcone vista Golfo in cui Maradona, già famoso, palleggiava con le arance e si affacciò con la Parisi. Alessandra, figlia dell'ex ingegnere capo del Comune Raffaele Tranchese uno dei soci della cooperativa che costruì il palazzo ricorda Diego con le lacrime agli occhi: «Appena Maradona arrivò a Napoli racconta Ferlaino chiamò mio padre per farsi mostrare la casa che avrebbe voluto per il campione. Qui aveva già vissuto Dirceu. All'addio del calcio di Ferrara, Maradona, affezionatissimo alle mura in cui aveva vissuto, ci propose di vendergli questa casa, perché Giannina è cresciuta qui. Gli rispondemmo che non era in vendita: vogliamo conservarla in memoria di nostro padre, anche se casa Maradona è casa Tranchese». 

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Mentre non si ferma l'omaggio a Diego in via Capece, raccogliamo anticipazioni su Sueño Bendito. A parte foto ricordo e bandiere azzurre al cancello, si incontra una troupe francese: «Siamo a Napoli per raccontare i luoghi di Maradona - spiega Joann Riou - In Francia era amatissimo». Superato il garage dove Diego aveva fatto allestire la palestra, saliamo ed entriamo in quella che dall'84 è stata casa Maradona. Ci accolgono la Tranchese e suo marito, Paolo Di Pinto. «La disposizione dei mobili è identica - prosegue Alessandra - Tutti i giorni mi siedo qui, sul terrazzino dove Diego passava tante ore e dormo in quella che è stata la sua camera da letto. Prima di addormentarmi, in queste sere, mi chiedo se la sua morte sia reale o un brutto sogno. Allestiremo una targa commemorativa. Nella mia cantina ho ancora le luci rosse che Diego fece allestire per allenarsi in un'atmosfera più soffusa». «Nei mesi scorsi - prosegue Paolo Di Pinto - sono arrivati gli attori di Sueño Bendito per girare sul terrazzo e in strada. Mi sono impressionato per la somiglianza del protagonista con Maradona. Sul nostro terrazzo è stata girata la scena in cui Diego licenzia il suo ex manager. Giù in strada è stata girata quella in cui centinaia di tifosi proteggono Diego dall'assalto delle troupe, nel periodo in cui lo si attaccava per la vita notturna». 

Il dolore si accompagna alle polemiche social (e non) sui tanti napoletani nelle scorse ore riuniti al San Paolo e ai Quartieri per salutare il Pibe de Oro in tempo di Covid. «Sono state manifestazioni spontanee - prosegue Di Pinto - In Argentina è successo lo stesso. Siamo latini: viviamo di emozioni. Era impossibile arginare il bisogno di omaggiare chi ha riscattato Napoli». «Chi polemizza lo sa chi è morto? - aggiunge Massimo Vignati, figlio di Lucia (governante di casa Maradona) e Saverio (storico custode del San Paolo) - Qui è come se fosse morto il Papa. È come se fosse morto Berlusconi: a Milano non sarebbero andati a vegliarlo? Maradona occupava tutto l'ultimo piano della palazzina al 3/1 di via Scipione Capece. Lui ha sempre vissuto nella casa affacciata sul mare. Nell'altra casa c'erano gli uffici, coordinati dal suo segretario Gianni Aiello, e le camere degli amici e familiari che andavano a trovarlo».

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Il Messaggero