La Lombardia si è trovata investita da una ondata di maltempo che ha causato frane, smottamenti, allagamenti, danni alle coltivazioni, chiusure di strade e soprattutto ha...
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La situazione più difficile, però, si è registrata nel lecchese dove si è temuto per la diga di Pagnona: solo nel pomeriggio è stata revocata l'allerta per il superamento delle quote massime dell'invaso. Enel Green Power con una nota ha assicurato che l'impianto «non ha riportato alcun malfunzionamento né danno strutturale», spiegando che in accordo con le autorità sono state attivate «le procedure standard applicate in caso di eventi di piena».
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Nel frattempo è stato predisposto un piano di evacuazione per circa 800 persone (400 già fatte allontanare prima di sera), e altre ancora in diversi Comuni della Valsassina. Allagamenti si sono verificati a Premana, Pagnona, Primaluna, dove sono esondati i tre torrenti di Valle Molinara, Valle Noci, Valle del Fus. Le strade si sono trasformate in cascate di acqua e fango.
È stata interrotta la circolazione in varie strade e anche della linea ferroviaria fra Lecco e Chiavenna, in provincia di Sondrio, fra Colico e Bellano. Anche in provincia di Sondrio i danni sono stati ingenti. In Valchiavenna, a Gallivaggio, il by-pass aperto dopo la maxi frana di un anno fa che danneggiò parzialmente il santuario, è stato letteralmente inondato da fango e detriti trascinati dal torrente Liro. Il traffico è stato interrotto non solo lì sulla statale 36 ma anche a Samolaco, per l'esondazione di due torrenti, all'altezza di Isola.
«Al momento non c'è allarme per le persone», ha assicurato il ministro dell'Interno Matteo Salvini. «La situazione meteorologica è in miglioramento», ha sottolineato l'assessore lombardo alla Protezione civile Pietro Foroni annunciando che si sta «iniziando la conta dei danni e avviando la procedura per chiedere al Governo il riconoscimento dello Stato di emergenza nazionale».
Il Messaggero