«Con Piero Terracina ci legava una fratellanza silenziosa, tra noi non servivano parole. E ora che non c'è più mi sento ancora più sola»....
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Morto Piero Terracina, tra gli ultimi ebrei romani sopravvissuti ad Auschwitz
(foto dal sito moked.it)
«Noi ci conoscevamo da reduci - ricorda Segre su 'Pagine Ebraiche' - . Lui era stato nel Lager degli uomini e io in quelle delle donne ovviamente. Però ogni volta che ci siamo incontrati, le tante volte che ci siamo incontrati, sentivamo proprio una fratellanza, qualcosa che ci univa. Tra me e lui, come con tanti altri come noi, non c'era bisogno di parlare. Noi dovevamo parlare agli altri ma tra di noi non c'era bisogno di farlo. La sua scomparsa mi colpisce molto. So che lui era molto amato e diceva sempre: 'io non ho avuto una famiglia ma ho avuto così tante persone che mi hanno voluto bene, che mi sono state vicine, di amici, che è andata bene così. Non c'era stato bisogno di avere moglie e figli, per lui era stata stupenda l'amicizia di cui aveva goduto».
Segre ribadisce il suo impegno a «continuare a parlare d'amore. Questa è la cosa migliore, quella che mi sento». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero