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Una “Intelligence economica” a tutela del Sistema paese. La proposta arriva dal presidente di Leonardo, Luciano Carta, un passato da direttore del Servizio segreto esterno e da generale della Guardia di finanza. «Quella economico-finanziaria è una sfida strategica di natura globale - spiega nel corso del suo intervento al Salone della giustizia a Roma - La Francia è un Paese europeo ed europeista ma, come dimostra il caso Fincantieri, rivendica il suo diritto di tutelare con forza e orgoglio gli interessi strategici senza che nessuno lo accusi di sovranismo. Anche noi abbiamo il diritto di difendere le nostre eccelenze, il nostro Made in Italy e i nostri asset: non è sovranismo ma tutela degli interessi nazionali".
Proprio nell'ottica della protezione delle imprese italiane si inserisce l'idea di «una moderna intelligence economica». «Fare Sistema - chiarisce Carta - vuol dire mettere insieme le molteplici capacità e le differenti attività presenti nel Paese: percorso non privo di difficoltà.
Dal punto di vista dell’Intelligence economica particolare rilievo avrebbe la capacità di acquisire notizie sull'operato dei competitor: sulle azioni di influenza e di lobbying da parte dei Governi stranieri; sugli atti di disinformazione e denigrazione verso aziende nazionali operanti all’estero. Infatti per intelligenza economica ci si riferisce a tutte le attività coordinate di raccolta, elaborazione e diffusione di informazioni utili agli attori economici. Queste attività sarebbero svolte all’interno di un perimetro giuridico ed etico coinvolgendo un'ampia gamma di competenze e campi di applicazione. «Fornire informazioni strategiche e utili al momento giusto, alla persona giusta e nel contesto giusto - conclude Carta - determina un vantaggio competitivo decisivo. Ciò che è centrale nell'Intelligenza economica è il fatto che non può essere ridotta all'accumulo disordinato di informazioni di ogni tipo. Si tratta di produrre conoscenza strutturata per aiutare le aziende a combattere e difendersi nella competizione economica di un mondo in “crisi”».
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