Il 18 gennaio 2020 è la data per l'ultima e decisiva fase dello spegnimento. Da allora inizierà, salvo diverse disposizioni, il cosiddetto colaggio della...
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Un'eventuale decisione favorevole scongiurerebbe lo stop a uno degli impianti ritenuti fondamentali per l'intero ciclo produttivo. Per rispettare le condizioni di sicurezza, l'impianto dovrà mantenere un livello minimo produttivo di 4.800 tonnellate al giorno «atto a garantire - è detto nel verbale di accesso allo stabilimento del custode giudiziario - un regime termico adeguato al colaggio della salamandra» (consistente nella foratura del crogiolo e nel colaggio degli ultimi fusi, ndr). Questa procedura dovrà iniziare il 18 gennaio 2020, quando «sarà completata la fase di abbassamento carica dell'Altoforno». Valenzano ha precisato inoltre nel documento che «le modifiche impiantistiche che saranno implementate dall'8 gennaio 2020 in poi non consentiranno la successiva ripresa del normale esercizio dell'Afo2».
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Il gruppo franco-indiano ha già comunicato la necessità di collocare in cassa integrazione straordinaria 3.500 lavoratori, compresi i 1.273 già in Cigo per i quali era stata annunciata nei giorni scorsi la proroga per altre 13 settimane, a partire dal 30 dicembre. Decisione respinta dalle organizzazioni sindacali. Il segretario della Cgil, Maurizio Landini, oggi ha affermato che se da un lato «va bene che ci sia un ingresso dello Stato», allo stesso tempo «deve essere chiaro a tutti che alla fine va salvaguardata l'occupazione».
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Il Messaggero