«Che c'entra la droga? Salvini perde sempre l'occasione per stare zitto», afferma Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano, in diretta a Circo Massimo, su Radio...
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Sentenza Cucchi, i genitori: "Cercavamo la verita' e l'abbiamo ottenuta"
«Contro questo pregiudizio e contro questi personaggi - ha aggiunto Ilaria Cucchi - ci siamo dovuti battere per anni.
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«Salvini, non puoi dire che la sentenza su Cucchi dimostra che la droga fa male. Cosa significa? Che se uno sbaglia nella vita deve essere pestato a morte? Credo che sarebbe meglio porgere le scuse...». Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio in diretta Facebook, commentando le parole del leader della Lega
ILARIA CUCCHI: «SALVINI PENSI A SUOI PROBLEMI»
«Salvini come al solito sembra vivere su un altro pianeta. Non si è reso conto che quelle di ieri sono state condanne per omicidio preterintenzionale e la droga non c'entrava assolutamente nulla». Lo ha ribadito Ilaria Cucchi a margine dell'incontro di Bookcity, alla Fondazione Feltrinelli di Milano, in cui presenta il libro 'Il coraggio e l'amore', scritto con l'avvocato Fabio Anselmo.
«Devo pensare che fosse ancora sotto l'effetto del mojito - ha aggiunto -. Piuttosto che occuparsi del caso di mio fratello, credo che Salvini dovrebbe preoccuparsi dei suoi problemi, credo ne abbia più di uno, anziché preoccuparsi della droga». «Se io avessi un debito così alto nei confronti dello Stato a quest'ora sarei in prigione, a lui vengono fatte le rate - ha detto la sorella di Stefano Cucchi -. Perché non li devolve per sensibilizzare gli agenti di polizia o anche per combattere la droga?».
AVVOCATO ANSELMO: «IMPUGNEREMO SENTENZA MARESCIALLO MANDOLINI»
La condanna del maresciallo Mandolini a tre anni e otto mesi nel processo che si è concluso ieri per la morte di Stefano Cucchi «è il punto dolente della vicenda». Lo ha detto l'avvocato della famiglia Cucchi, Fabio Anselmo, parlando ad un incontro di Bookcity a Milano insieme a Ilaria Cucchi. «Il maresciallo Mandolini ha una grande responsabilità nelle sofferenze inflitte alla famiglia di Stefano e agli agenti penitenziari. Non è stato solo lui a depistare», ha spiegato l'avvocato. «La sentenza verrà impugnata, una volta lette le motivazioni, sotto questo profilo e ci aspettiamo che la procura lo faccia, perché la differenza» rispetto alle altre condanne «non può non essere colta da operatori del diritto». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero