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«Noi saremo sempre quel fiore appoggiato alla tua spalla. Vi sorreggeremo entrambi, saremo come nuvole e guarderemo sempre in alto». Così inizia il messaggio che ieri sera su Instagram Chiara Tramontano ha rivolto alla sorella Giulia Tramontano, uccisa dal compagno a Senago lo scorso sabato. «Io vorrei urlarlo al mondo come mi sento, ma le parole mi muoiono in gola. Perché io sono morta lentamente in questi cinque giorni. Noi siamo morti. Perché tu non sia mai sola», scrive Chiara. «Giulia sei bellissima in tutte le foto che le persone riportano»: le parla in prima persona poi Chiara in un post su Instagram in cui ringrazia per la «bella iniziativa» della raccolta fondi organizzata dai suoi colleghi a favore della sorella, uccisa a 29 anni incinta da 7 mesi dal fidanzato. «E' difficile trovare una foto in cui tu non splenda. Hai il viso di chi non conosce cattiveria. Troppo ingenua per capire in che trappola ti trovassi» scrive Chiara definendo Giulia «insostituibile».
«Ti guardo in questa foto - prosegue Chiara - e penso a quanto Thiago ti potesse somigliare. Avrebbe preso i tuoi occhi, questi occhi mi tormenteranno per sempre. Non potrebbe esserci immagine più bella per questa raccolta fondi». «Questa foto - aggiunge - esprime tutta la tua bontà d'animo e tenerezza, la stessa che ha guidato l'apertura di questa bella iniziativa. Grazie ai miei amici, colleghi dell'Istituto Italiano di Tecnologia e a tutti coloro che stanno supportando questa iniziativa in ricordo della mia bellissima e insostituibile sorella maggiore Giulia».
Il nipotino mai nato
Poi il pensiero a Thiago, il nipotino mai nato. «Siamo venuti con te, per poterlo cullare, abbracciare, toccare. Perché volevo essere la zia più brava di sempre, se me lo avessero concesso». «Noi avremmo voluto fare di più per portarti a casa. È stato abbastanza? Tu ci hai sentito Perché noi non sentiamo più nulla», conclude il messaggio, accompagnato da una foto dei tre fratelli Tramontano insieme e da una lettera indirizzata a Giulia, dopo la scoperta della sua morte, da un uomo che si dice «assalito dalla vergogna di appartenere al genere maschile».
L'omicidio, il cadavere nell'auto per un giorno: il folle piano
Una vicina di casa di Alessandro Impagnatiello, il 30enne in carcere per aver ucciso Giulia Tramontano incinta di 7 mesi, ha raccontato agli inquirenti di aver visto nel pomeriggio di domenica 28 maggio «una quantità ingente di cenere provenire dalla porta d'ingresso dell'appartamento» dell'uomo, «continuare sulle scale del condominio sino al box» della coppia. È un altro degli elementi agli atti dell'inchiesta.
Il Messaggero