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Spunta un nuovo video della notte di follia tra Vigonovo e Fossò che ha sconvolto l’Italia. Delle immagini visionate dal Gazzettino che raccontano un nuovo dettaglio del tragitto della Fiat punto nera di Filippo Turetta: l’11 novembre, quella che è stata per giorni l’auto più ricercata del Paese, ha girovagato per una decina di minuti nelle strade della zona industriale di Fossò. Perché? Per quale motivo? Un delirio del momento, o una lucida ricerca di un posto adatto ad abbandonare un corpo? Oltre alle immagini delle telecamere di sorveglianza dell’azienda “Manufactures Dior Srl” di via Quinta Strada che hanno ripreso la drammatica scena durante la quale Giulia Cecchettin è riuscita ad aprire lo sportello dell’auto e uscire dalla vettura cercando di scappare alla furia omicida dell’ex fidanzato Filippo Turetta, sono emerse in queste ore anche altre riprese.
LA RICOSTRUZIONE
Sono scene successive a quella dell’aggressione, rilevata questa volta in un altro punto della zona industriale di Fossò da un’altra azienda.
GLI ORARI
Secondo l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Venezia Benedetta Vitolo l’intervallo di tempo trascorso in questo punto sarebbe stato quello compreso tra le 23.33 e le 23.39. Qui, invece, le telecamere segnano un’ora di ritardo: questo perché non era stato tarato l’orologio con il cambio dell’ora. Inoltre ci sarebbero delle discrepanze nei minuti, forse frutto della trascrizione negli atti. Resta il fatto, però, che il video prova che Turetta non ha iniziato subito la fuga verso i monti: prima ha svolto una ricognizione accurata della zona industriale. Gli inquirenti, quelle immagini, le hanno guardate con cura ed è per questo motivo che nei giorni scorsi le squadre di ricerca, con cani molecolari e droni, hanno passato al setaccio quest’area. La preoccupazione era che Filippo avesse cercato un luogo appartato, appunto, per disfarsi di Giulia e poi proseguire per la sua corsa. A questo punto può aver cambiato decisione solo per due motivi: o è stato disturbato dal passaggio di qualcuno, e ha pensato di non avere più campo libero, o non ha trovato uno spazio sicuro per poter poi fuggire.
A quel punto la fuga è dunque proseguita verso Dolo, Santa Maria di Sala, Scorzè e Zerobranco, dove il mezzo è stato nuovamente inquadrato da una telecamera pubblica.
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Il Messaggero