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Il paese è piccolo, il sostegno e l’affetto dei tanti amici e dei clienti storici della pizzeria Le Vignole non bastavano a rinfrancare Giovanna Pedretti. In poche ore i social hanno condotto un’inchiesta, svolto un processo ed emesso una sentenza nei confronti della ristoratrice. La recensione omofoba e discriminatoria verso i disabili, con franca e civile risposta della donna che invitava l’avventore a non presentarsi più, sarebbe stata una sua macchinazione per farsi pubblicità. «Truffatrice, ti auguro di fallire», la pioggia di accuse sul web. E Giovanna ha perso la testa. «Era ossessionata da quei messaggi. Io e nostra figlia le dicevamo di stare tranquilla, di non preoccuparsi, che sarebbe finita presto», ha riferito il marito Nello D’Avino.
IL DOLORE DELLA FAMIGLIA
Per Giovanna Pedretti, 59 anni, da trent’anni in cucina per un lavoro che era anche la sua passione e sempre attiva nel sociale, il discredito della rete era una macchia incancellabile. «Il ristorante era la sua vita, è stata bastonata», afferma la cugina Angela Giulia. «Era molto mite - il suo ricordo - molto buona e anche tutta la famiglia è così. Sempre disponibili. È stata bastonata, ma per che cosa, poi? Per delle stupidaggini. C’è chi fa peggio, molto peggio. Però, portare una persona al suicidio per certe cretinate. C’è chi poteva stare zitto, guardassero una volta in casa loro». Anche ieri Sant’Angelo Lodigiano ha commemorato Giovanna con un incontro di preghiera, il sentimento della famiglia oscilla tra lo strazio per averla persa e la rabbia per le modalità con cui è avvenuto.
«Figlia, marito e madre di Giovanna Pedretti si sentono sotto assedio, trovandosi ogni volta che escono di casa qualche cronista che li attende in strada per fare domande.
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POST AL SETACCIO
Gli investigatori intendono scandagliare il suo stato d’animo nelle ore antecedenti la morte, perciò stanno passando al setaccio le centinaia di messaggi critici piovuti sui social quando sabato mattina il cuoco blogger Lorenzo Biagiarelli ha messo in dubbio la genuinità della recensione, in merito alla quale la Procura ha aperto un altro fascicolo per istigazione all’odio razziale e procede alle verifiche tecniche con Google per risalire all’autore. Sul caso, poco prima delle cinque di pomeriggio, Giovanna è stata ascoltata dai carabinieri come persona informata dei fatti. Gli inquirenti stanno ricostruendo la cronologia delle ultime ore della ristoratrice, la sua ansia crescente, i vani tentativi di Nello di rassicurarla, il consiglio di lasciarsi alle spalle quella storia sgradevole. Invano. «Un gesto estremo dettato forse dal peso di chi ha solo saputo criticare e sentenziare. Che non sa cosa sia il sacrificio, il lavoro duro», riflette Cinzia, un’amica d’infanzia. E ora il bersaglio web è Selvaggia Lucarelli, la compagna di Biagiarelli che ne ha rilanciato il post. La giornalista annuncia il suo temporaneo allontanamento da X e pubblica le minacce ricevute: «So dove abiti, guardati le spalle perché hai le ore contate. Ti accoltello quando meno te lo aspetti. Ti sgozzo come un maiale. Fai schifo, sei la responsabile della morte di una persona che non ha fatto nulla».
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