Donna uccisa a Genova dall'ex, «Clara si era già pagata il funerale, forse aveva capito sarebbe finita male»

Forse Clara Ceccarelli, la commerciante uccisa ieri pomeriggio nel suo negozio di pantofole in pieno centro a Genova dal suo ex compagno, aveva avuto un presagio di quanto le...

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Forse Clara Ceccarelli, la commerciante uccisa ieri pomeriggio nel suo negozio di pantofole in pieno centro a Genova dal suo ex compagno, aveva avuto un presagio di quanto le sarebbe capitato. E due settimane fa, secondo quanto raccontato dal commesso che ogni tanto la aiutava, la donna si era pagata il funerale per evitare di pesare sull'anziano padre e sul figlio disabile. Un presagio quasi confermato dall'ammissione di Renato Scapusi, il suo ex compagno di 59 anni, disoccupato e ludopatico. L'uomo ha confermato quello che subito era più che un sospetto. «Sono andato nel negozio e abbiamo iniziato a discutere. Volevo tornare insieme ma lei non voleva e così l'ho colpita», ha detto agli investigatori della mobile e delle volanti, «dopo di che ho vagato per la città e poi ho provato a uccidermi». Il pubblico ministero Giovanni Arena contesta l'omicidio volontario aggravato. Non è escluso che l'accusa possa aggravarsi e che gli possa essere contestata la premeditazione. 

Genova, donna uccisa con 30 coltellate nel suo negozio. Arrestato l'ex mentre voleva suicidarsi: ha confessato

Scapusi, difeso d'ufficio dall'avvocato Stefano Bertone, è arrivato in negozio con un coltello che poi ha buttato mentre scappava e che non è stato ancora trovato. L'uomo verrà sottoposto a perizia psichiatrica: l'incarico verrà affidato al medico Gabriele Rocca. Nei prossimi giorni verrà fissata la convalida del fermo. «Non abbiamo sfortunatamente sentito nulla, altrimenti saremmo intervenuti. Renato ha aspettato che venisse sera e che se ne andasse il ragazzo dal negozio», ha detto una delle commercianti vicine di negozio. Scapusi aveva iniziato a perseguitarla subito dopo la fine della relazione, un anno fa. Telefonate, dispetti alle vetrine del negozio, piccoli danneggiamenti. Lei aveva denunciato solo una volta un danneggiamento e aveva detto di avere dei sospetti sull'ex. La denuncia era però stata archiviata. 

Nel pomeriggio le attiviste di Non una di meno e del centro antiviolenza Mascherona hanno manifestato proprio in via Colombo, davanti al luogo della tragedia. Duecento persone hanno portato fiori e messaggi per Clara. «Basta chiamarlo raptus, basta chiamarlo delitto passionale» si legge in uno striscione. Anche il sindaco Marco Bucci e il presidente della Regione Giovanni Toti hanno rimarcato la vicinanza ai familiari e condannato il gesto brutale. «Siamo sconvolte per quello che è successo a pochi passi da noi - ha detto Manuela Caccioni, responsabile del Centro Antiviolenza Mascherona - ma non siamo stupite. Sono già 13 le donne uccise nel nostro Paese da inizio anno. L'uccisione di Clara è un'ulteriore triste conferma di un fenomeno purtroppo sempre attuale e diffuso e che ci obbliga ancora una volta a una riflessione e ad una assunzione collettiva di responsabilità».

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Il Messaggero