Calcio, Genny 'a carogna: le pressioni della camorra sul Napoli e quella rissa con Lavezzi in discoteca

Calcio, Genny 'a carogna, le pressioni della camorra sul Napoli e quella rissa con Lavezzi in discoteca
Genny 'a carogna, l'ex capo ultras del Napoli, racconta delle pressioni della camorra sulla società di calcio e di una lite avuta in discoteca con Ezequiel Lavezzi,...

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Genny 'a carogna, l'ex capo ultras del Napoli, racconta delle pressioni della camorra sulla società di calcio e di una lite avuta in discoteca con Ezequiel Lavezzi, all'epoca centravanti di punta della squadra partenopea. «Da vero tifoso non vedevo di buon occhio il fatto che i calciatori frequentassero un posto come quello, dove giravano droghe». Gennaro De Tommaso, più noto come Genny 'a carogna, racconta al pm della Dda Francesco De Falco le sue verità, depositate agli atti del processo di appello a Napoli dopo la condanna in primo grado dell'ex capo ultrà per traffico di droga a 18 anni di carcere.


Genny la Carogna, da capo ultrà del Napoli a collaboratore di giustizia
Il capo ultra' del Napoli Genny 'a carogna

 
Diversi organi di informazione pubblicano vari stralci del verbale. De Tommaso divenne celebre per essere stato ripreso dalle telecamere nello stadio Olimpico la sera del 3 maggio 2014, mentre 'calmavà la curva azzurra dopo gli scontri in cui perse la vita a Roma il tifoso del Napoli Ciro Esposito. Dopo la condanna per traffico di droga ha iniziato a collaborare con la Dda, facendo mettere a verbale anche storie di presunte pressioni della camorra verso il club partenopeo.

Genny 'a carogna riferisce anche di incontri con dirigenti della società e con lo stesso presidente de Laurentiis, tutte circostanze al momento prive di qualsiasi riscontro investigativo. Così come il rimproverO rivolto a Lavezzi, in seguito al quale De Tommaso sostiene di essersi recato nel centro sportivo del Napoli, a Castel Volturno, per chiarirsi con il calciatore: «Gli dissi: guarda che se l'ho fatto l'ho fatto per te. Quella discoteca è una discoteca che non ti appartiene. Gli feci capire la situazione e diventammo amici»
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Il Messaggero