Morto Gennaro Di Paola: partigiano, fu protagonista delle quattro giornate di Napoli

Morto Gennaro Di Paola: partigiano, fu protagonista delle quattro giornate di Napoli
«Parlare, ricordare, testimoniare. Insegnare, soprattutto nelle scuole». Non si stancava di ripetere queste parole Gennaro Di Paola, il partigiano napoletano morto la...

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«Parlare, ricordare, testimoniare. Insegnare, soprattutto nelle scuole». Non si stancava di ripetere queste parole Gennaro Di Paola, il partigiano napoletano morto la vigilia di Natale a 98 anni: presente da sempre alle celebrazioni del 25 aprile in città, era tra gli ultimi protagonisti ancora in vita delle Quattro Giornate che videro Napoli insorgere contro il nazifascismo in maniera spontanea, con un susseguirsi di episodi di ribellione che - a partire dal 27 settembre 1943 - rappresentarono la prima scintilla della Resistenza in Italia.


Di Paola all'epoca aveva 21 anni ed era un militare dell'esercito italiano. Come tanti cittadini e commilitoni decise che fosse giunta l'ora di opporsi ai rastrellamenti e alle violenze, e scese in strada. Lo fece nel quartiere collinare dell'Arenella, uno degli snodi cruciali per la viabilità cittadina, dove furono erette barricate per fermare l'accesso all'ospedale Cardarelli. Uno dei tanti gesti che condussero a liberare la città da tedeschi e fascisti. Una liberazione che, secondo il vecchio partigiano, non doveva però mai considerarsi definitivamente acquisita.

Lo scrisse in due libri autobiografici, in tante riflessioni e documenti affidati a Guido D'Agostino, presidente dell'Istituto campano per la Storia della Resistenza, che ne ricorda l'impegno: «Non smise mai di lottare per la trasmissione di quei valori in nome dei quali tanti sacrificarono le loro vite». Agli ideali della lotta contro la dittatura, e al ricordo delle tante vittime di quei giorni, Gennaro volle dedicare il resto della sua vita: «Ogni anno - è la testimonianza del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris - ci incontravamo in piazza per le celebrazioni ufficiali e cantavamo Bella ciao. Un anziano fiero e dolcissimo, un partigiano vero».


Il sindaco ha voluto inviare il gonfalone della città ai funerali di Gennaro, svoltisi a Massa di Somma, sulle pendici del Vesuvio, dove si era trasferito da tempo. Soffrì molto, Di Paola, sentendo definire «vigliacchi» i partigiani un anno fa, quando scoppiarono in città le polemiche per l'inserimento di 'Bella ciaò nella recita di Natale in una scuola. Pensando anche a questo, lo scorso 25 aprile, come sempre in piazza, si rivolse al presidente della Camera Roberto Fico: «Noi non chiediamo nulla, è il nostro stile. Ma la invitiamo a difendere sempre il valore della Resistenza, e parlarne di più nelle scuole, a divulgarne lo spirito. Questi valori non possono essere minacciati». Fico gli promise allora di farlo, e lo ripete oggi in un messaggio di cordoglio: «Mi impegnerò a difendere il valore della memoria della Resistenza e dei principi che reggono la nostra democrazia, conquiste che dobbiamo a persone come Gennaro Di Paola cui va il pensiero di tutta la nostra comunità».
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Il Messaggero