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dal nostro inviato
VERBANIA - I Carabinieri hanno lavorato per tutta la notte, fino all’alba, in cima al Mottarone. La cabina della funivia precipitata domenica mattina uccidendo quattordici persone si è disintegrata, raccogliere i reperti che dovranno aiutare i periti a dare una spiegazione alla tragedia è stato complicato. Ma ancor più difficile, raccontano i soccorritori, recuperare i corpi. Ora sono all’obitorio di Verbania, mentre tredici bare scure e una più piccola bianca sono allineate in attesa nell’agenzia mortuaria di fronte: «Non ci sarà alcuna autopsia. È bastato l’esame esterno dei corpi», dice il capo della Procura Olimpia Bossi.
INDAGINE TECNICA
Gli investigatori hanno raccolto testimonianze, stanno ricostruendo la catena di responsabilità e nelle prossime ore arriveranno le prime iscrizioni al registro degli indagati. «Vogliamo evitare sia iscrizioni inutili sia di ometterne altre», sottolinea Olimpia Bossi. In fase di valutazione da parte dei pm sono la posizione della Regione Piemonte e del Comune di Stresa, della società di gestione (la Ferrovie del Mottarone srl della famiglia Nerini), della ditta che ha fornito il materiale, di chi ha effettuato gli interventi di manutenzione e le verifiche periodiche. «Partiamo dall’evidenza, il cavo di trazione si è spezzato e il sistema di freni di sicurezza non ha funzionato», sintetizza il procuratore capo. Che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo, disastro colposo con messa in pericolo della sicurezza dei trasporti e lesioni gravissime. «Sarà una indagine tecnica e documentale e non sarà lampo, preferiamo muoverci con cautela. Dobbiamo capire quali sono i compiti, le rispettive sfere di competenza e accertare chi siano gli enti coinvolti», spiega. Questione non irrilevante quando si tratta di formalizzare i nomi degli indagati e infatti la sindaca di Stresa, Marcella Severino, si affretta a correggere le informazioni iniziali: «Mi sono confrontata ancora ieri sera con il segretario comunale, che è il nostro legale: il passaggio alla nostra amministrazione non è ancora completato, per cui la proprietà della funivia è ancora della Regione Piemonte».
Funivia Mottarone, il giallo della proprietà. La procura: «Freni non hanno funzionato»
Altro nodo da sciogliere, quello della revisione annuale affidata a una ditta di Gallarate e la manutenzione di competenza della Leitner, con sede a Vipiteno.
I FILMATI
Insomma, capire perché la fune d’acciaio trainante si è spezzata e il freno a ganasce non si è attivato sarà complesso, per questo verranno esaminati i documenti sequestrati presso la società Ferrovie Mottarone, compresi i report relativi alla revisione che per legge vanno trasmessi a un ufficio periferico del ministero dei Trasporti e delle infrastrutture. Accertamenti irripetibili verranno effettuati sul cavo, sulla cabina, sul sistema di bloccaggio, sulle procedure di revisione: la Procura nominerà come consulenti degli ingegneri meccanici del Politecnico di Torino, esperti in trasporti a fune altamente specializzati, e sta valutando di rivolgersi a un docente di metallurgia per l’analisi della fune trainante. E poi ci sono i filmati. I carabinieri hanno sequestrato le telecamere che riprendono partenza, arrivo e stazione intermedia della teleferica. Rivedranno, come un terribile film, tutti i video registrati domenica scorsa e nei giorni precedenti, per capire se emergano anomalie. «Uno scatto, seppur impercettibile, o una minima differenza rispetto all’andamento regolare può rivelare molte cose», riflette un investigatore.
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Il Messaggero