Brescia, ex arcivescono di Caserta e Pescara indagato per tentato riciclaggio

Maxi-frode fiscale: monsignor Cuccarese indagato per tentato riciclaggio
È monsignor Francesco Cuccarese, 90enne di Matera, l'ecclesiastico indagato dalla Procura di Brescia nell'ambito della maxi inchiesta su un'evasione fiscale da...

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È monsignor Francesco Cuccarese, 90enne di Matera, l'ecclesiastico indagato dalla Procura di Brescia nell'ambito della maxi inchiesta su un'evasione fiscale da 80 milioni di euro con fatture false per mezzo miliardo di euro. Monsignor Cuccarese è accusato di tentato riciclaggio per aver provato a favorire l'apertura di un conto corrente allo Ior. «Tentativo bloccato dalla Polizia vaticana» sostiene chi indaga. È stato arcivescovo di Caserta e di Pescara-Penne.


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Blitz a Brescia dove sono state arrestate 20 persone indagate per associazione per delinquere, aggravata dalla transnazionalità, finalizzata alla frode fiscale. L'operazione della Guardia di Finanza di Brescia - coordinata dalla Procura e con il supporto del Servizio Centrale Investigativo Criminalità Organizzata di Roma (SCICO) - ha portato alla luce un'evasione fiscale da 80 milioni di euro con fatture false per 500 milioni di euro e ha coinvolto un centinaio di persone. Tra gli 85 indagati a piede libero c'è anche un monsignore che avrebbe favorito il tentativo di aprire un conto allo Ior sul quale depositare soldi frutto dell'evasione. Tra i 20 arrestati invece ci sono tre commercialisti e altrettanti avvocati.

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Sono 15 le persone finite in carcere e 5 ai domiciliari. Due persone sono all'estero e non sono ancora state raggiunte da ordinanza di custodia cautelare. Sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata a frode fiscale e riciclaggio. Un centinaio complessivamente gli indagati tra Brescia, Bergamo, Milano, Mantova, Perugia, Lodi. Coinvolti anche professionisti che operavano per gli imprenditori. Il gruppo avrebbe portato all'estero i soldi depositati su conti correnti in Croazia e Ungheria. Sequestrati oltre due milioni di euro.


«Da questa inchiesta emerge un connubio tra imprenditori e commercialisti con i professionisti che si sono messi a disposizione di progetti criminosi», ha detto il procuratore di Brescia Francesco Prete. «Il connubio tra imprenditori e professionisti conferma quanto sia necessario penetrate negli organi professionali per scovare professionisti infedeli», ha aggiunto Prete. «Siamo davanti ad un vero e proprio laboratorio a Brescia dell'evasione fiscale. Attorno a questo sodalizio giravano società locali e estere», ha aggiunto il procuratore aggiunto Carlo Nocerino che con la collega Claudia Passalacqua ha coordinato l'inchiesta.
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Il Messaggero