La famiglia di Francesco, 12 anni, morto all'ospedale di Vizzolo Predabissi nel Milanese, apparentemente per un blocco intestinale, vuole vederci chiaro su quanto accaduto in...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Muore a 12 anni dopo il ricovero in ospedale: la Procura apre un'inchiesta. Disposta l'autopsia
Milano, donna incinta va in ospedale con forti dolori: dimessa, perde il bambino
Il ragazzo, secondo quanto ha ricostruito la famiglia, ha cominciato ad avvertire dolori fortissimi la sera del 27 dicembre e il 28 è stato portato all'ospedale di Vizzolo Predabissi dove è stato registrato alle 5.30. Gli sono stati fatti dei prelievi e somministrati antidolorifici.
Il ragazzino continuava ad andare in bagno, ma senza riuscirci. A fronte del fatto che gli era stata riscontrata una quantità eccessiva di globuli bianchi si era valutato un intervento chirurgico, ma un medico aveva detto che non era il caso. Il ragazzino veniva sottoposto a ecografia che aveva rivelato un blocco intestinale il quale rendeva necessario l'intervento, ma il personale medico aveva detto che nel reparto non vi erano strutture idonee.
Da qui l'ipotesi, sfumata, del trasferimento in altro reparto anche perché Francesco cominciava ad avere un primo collasso, seguito da altri. A Vizzolo è stato quindi sottoposto a intervento chirurgico alle 2.30 del 29 durante il quale gli sono stati asportati tre metri di intestino aggrovigliato, fino alle 4 del mattino.
Francesco in terapia intensiva è rimasto tutta la giornata del 29 e il 30: alle 11 del secondo giorno un arresto cardiaco, verso le 18 altri ed è morto.
L'avvocato Badolato ha nominato come consulente il dottor Carlo Bernabei di Miano, su incarico della famiglia che ha detto andrà «fino in fondo», in attesa dei risultati dell'autopsia che è già stata eseguita, in tempi e modi corretti secondo la famiglia. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero