Lui la lascia e si mette con un’altra donna, lei si veste da Catwoman e perseguita la rivale

Lui la lascia e si mette con un’altra donna, lei si veste da Catwoman e perseguita la rivale
Ferita da una relazione finita male, pensa bene di mettere in atto una vendetta trasversale. Iniziando a perseguitare non il suo ex, bensì la sua nuova compagna. In poco...

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Ferita da una relazione finita male, pensa bene di mettere in atto una vendetta trasversale. Iniziando a perseguitare non il suo ex, bensì la sua nuova compagna. In poco più di un anno, la donna sarebbe stata bersagliata da telefonate anonime e atti vandalici inflitti alla sua abitazione di Sirolo e all’auto.


Rimane incinta di un altro. Per difendersi, accusa ingiustamente il compagno di stalking

La spirale di atti persecutori è finita venerdì sera, quando la stalker – una 52enne residente a Camerano – è stata arrestata dalla Squadra Mobile dorica. Aveva appena distrutto un tergicristallo e uno specchietto della vettura della rivale. «L’arresto è una liberazione» avrebbe sussurrato agli investigatori del vice questore Carlo Pinto prima di trascorrere tre giorni ai domiciliari. Il gip, ieri mattina, ha convalidato l’arresto per stalking e disposto sia il divieto di avvicinamento alla vittima, che l’obbligo di dimora a Camerano. 

 


In tutto la procura contesta alla 52enne – un’impiegata pubblica come la sua concorrente, entrambe al lavoro in due differenti uffici di Ancona – 21 episodi di danneggiamento. Per attuarli, la stalker si sarebbe sempre vestita allo stesso modo, indossando un soprabito nero e lungo fino alle ginocchia, con il cappuccio calato sulla testa. Una sorta di costume di scena, modello catwoman, per camuffare le sue azioni, quasi tutte comesse nella fascia oraria 21-23. Il primo atto vandalico è avvenuto nel dicembre 2017. È iniziato tutto con il graffio della portiera dell’auto della vittima. Da lì, si sono succeduti altri danneggiamenti, come la spaccatura della recinzione che protegge casa della parte lesa e la rottura del campanello. Ci sarebbero state anche varie telefonate anonime, rintracciate dalla polizia nel corso delle indagini. All’inizio, gli investigatori hanno brancolato nel buio, poiché la vittima non aveva assolutamente sospetti su chi potesse avercela con lei. Pian piano, la Mobile è riuscita a stringere il cerchio sull’indagata, cogliendola poi in flagranza. È stata lei stessa a rivelare il movente delle sue azioni. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero