Evasione da Poggioreale, il cappellano don Franco: «Nessuno stupore, condizioni disumane e degradanti»

Le ricerche sono a tappeto in Campania, e non solo. Sotto controllo sono soprattutto gli scali ferroviari e le stazioni del bus per rintracciare Robert Lisowski, il polacco di 32...

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Le ricerche sono a tappeto in Campania, e non solo. Sotto controllo sono soprattutto gli scali ferroviari e le stazioni del bus per rintracciare Robert Lisowski, il polacco di 32 anni evaso ieri dal carcere napoletano di Poggioreale dove era recluso con l'accusa di omicidio. Sono mobilitate tutte le forze dell'ordine e, in particolare, gli uomini della polizia penitenziaria stanno seguendo delle piste ben precise per giungere alla sua cattura. Il Provveditorato regionale per la Campania, come si legge, in una nota «sta per disporre degli accertamenti amministrativi interni, di routine in casi come questi», e ricorda di aver «già dislocato detenuti di Poggioreale in altri istituti penitenziari», avviando importanti lavori di ristrutturazione della casa circondariale. Un'evasione dal penitenziario napoletano che ha destato non poche polemiche.


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Il cappellano del carcere, don Franco Esposito, sui social ha scritto: «È scappato un detenuto da Poggioreale; embé? Perché stupirsi davanti a una evasione dal carcere? È la cosa più naturale che possa accadere - scrive - Quello che è innaturale è tenere rinchiuse delle persone in una situazione disumana e degradante»« »Non sto assolutamente giustificando l'evasione di un pericoloso criminale (questo almeno secondo gli organi di informazione) - ha poi precisato il sacerdote - ma vorrei spostare l'attenzione sul fatto che carceri come quello di Poggioreale non hanno certamente i requisiti per essere rieducativi e non servono certo al reinserimento della persona detenuta nel tessuto sociale«.


Aldo Di Giacomo, segretario generale del sindacato di Polizia penitenziaria Spp, che oggi ha tenuto una conferenza stampa dinanzi al penitenziario napoletano, ha chiesto di nuovo »provocatoriamente« che l'istituto di pena di Napoli »venga abbattuto«. Per migliorare le condizioni di detenzione nel carcere di Poggioreale già sono stati disposti alcuni lavori di ristrutturazione che hanno riguardato diversi padiglioni e »nel corso di questi mesi sono stati circa 300 i detenuti trasferiti in altri istituti, tanto che ad oggi si contano 2076 presenti«. Lisowski è a giudizio da giugno scorso (con il rito abbreviato) con l'accusa di aver ucciso a Napoli un giovane ucraino di 36 anni, laureato in Storia, da anni in città e che per vivere faceva il manovale. L'ucraino fu colpito perché intervenne in una lite a difesa di un ragazzo italiano.

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Il Messaggero