Milano, estradata in Italia la truffatrice dei "Bonnie&Clyde" italiani che incastrarono anche George Clooney

Milano, estradata in Italia la truffatrice dei "Bonnie&Clyde" italiani che incastrarono anche George Clooney
Erano stati arrestati lo scorso giugno in Thailandia, dove vivevano in una villa di lusso. A loro carico pendeva un mandato di arresto internazionale per una valanga di truffe...

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Erano stati arrestati lo scorso giugno in Thailandia, dove vivevano in una villa di lusso. A loro carico pendeva un mandato di arresto internazionale per una valanga di truffe messe a segno, compresa quella nei confronti del celebre attore e regista americano George Clooney. Erano stati soprannominati gli «Italian Bonnie & Clyde» ed oggi lei, la 45enne Vanja Goffi, è arrivata in Italia in seguito al provvedimento di estradizione. È atterrata all'alba all'aeroporto milanese di Malpensa, ma senza il suo «Clyde», che resta in carcere in Thailandia in attesa di giudizio nel processo che lo vede imputato per il reato di evasione e per il quale rischia una condanna a tre anni.


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Nel 2014, infatti, il 57 enne era stato arrestato all'interno di un hotel di Pattaya, località celebre per le sue spiagge da sogno. Ma il giorno dopo era riuscito ad evadere grazie all'aiuto delle guardie carcerarie incaricate del suo trasferimento che erano state corrotte con 20 mila bath, il corrispettivo di 500 euro, prelevati dal malvivente ad una cassa automatica quando era già in stato di arresto. La latitanza della coppia marchigiana era finita a Pattaya dopo un'operazione portata a termine da una squadra speciale della Crime Suppression Division della Royal Thai Police e dell'Interpol di Roma, coordinata dall'Esperto per la Sicurezza della Direzione Centrale della Polizia Criminale, e in collaborazione con il Nucleo investigativo dei carabinieri di Milano. La coppia era stata sorvegliata dagli investigatori sia con pedinamenti sia con l'aiuto di un drone. I due, finiti in manette lo scorso 16 giugno, erano riusciti a creare addirittura una linea di abbigliamento usurpando il nome di George Clooney che aveva anche testimoniato a Milano. Nel processo era emerso che la coppia aveva di fatto falsificato e apposto la firma della star hollywoodiana all'intera documentazione della griffe. Erano anche state falsificate fotografie che lo ritraevano con gli imputati. «C'è una foto dove fumo. Io non fumo e non ho questo orologio e non porto questi jeans a pinocchietto», aveva detto l'attore durante la sua testimonianza, diventata inevitabilmente uno show, in un'aula di tribunale blindato per cercare di evitare la presenza eccessiva di curiosi. Negli ultimi tempi, gli «Italian Bonnie & Clyde» vivevano vendendo falsi Rolex online, prendendo in giro alcuni dei truffati ai quali, invece dei costosissimi orologi, mandavano pacchetti di sale.
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Il Messaggero