Dopo aver vinto la battaglia per curarsi fuori dal carcere, la sua 'casa' per 41 anni, Mario Trudu, 69 anni di Arzana, in cella all'ergastolo ostativo, è morto...
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«Mi hanno appena avvisato che Mario Trudu non ce l'ha fatta - scrive l'avvocata sul social - è morto stasera nel reparto di terapia intensiva, senza essere potuto tornare a casa, neppure una manciata di ore. Ho davanti il suo viso, le sue braccia fatte di muscoli lunghi di uomo di campagna, come se avesse sempre zappato la terra anziché stare in carcere per quarant'anni, il suo sorriso ironico.... e mi sento addosso il peso pesante di un lavoro inutile, di un risultato arrivato troppo tardi». Una morte che arriva il giorno dopo la pronuncia della Consulta che ha dichiarato incostituzionale l'ergastolo ostativo.
«Una fine sopraggiunta proprio adesso che la Corte Europea dei diritti umani e la Consulta hanno appena sancito una svolta verso una giustizia giusta e umana - commenta la legale - verso una pietà che Mario non ha potuto sperimentare. Stanotte la mia toga è pesante e fredda come una coperta sarda. Una burra di orbace capace di schiacciarti ma non di scaldarti». Mario Trudu, da due anni detenuto a Masama, era in carcere dal 1979 quando era stato condannato per un sequestro che sosteneva di non aver commesso, quello del tecnico della Ferrari Giancarlo Bussi rapito nel 1978 a Villasimius, e poi condannato all'ergastolo per il sequestro dell'imprenditore Emilio Gazzotti nel 1987, che mori nel conflitto a fuoco durante le fasi della sua liberazione. 41 anni di carcere se si eccettuano dieci mesi di latitanza tra il 1986 e il 1987 quando scappò da Ustica dove era al confino in attesa della sentenza di Cassazione per il sequestro Bussi. Il 10 gennaio scorso aveva ottenuto la possibilità di uscire dal carcere di Massama per partecipare al funerale del cognato.
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Il Messaggero