Arriverà all'inizio della settimana prossima, forse già lunedì, una prima significativa accelerazione dell'indagine avviata dopo il ritrovamento di...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Dal punto di vista tecnico-giuridico la documentazione, se conservata negli uffici della Nunziatura in via Po potrebbe essere data in visione agli inquirenti senza sostanziali passaggi formali. Se, invece, le carte sono custodite presso il Governatorato o l'Apsa, l'ente che gestisce gli immobili della Santa Sede, i magistrati dovrebbero ricorrere ad una rogatoria internazionale che, inevitabilmente, allungherebbe i tempi dell'indagine. Una ipotesi, quest'ultima, che però potrebbe essere scongiurata in base al principio di collaborazione che in queste ore le autorità vaticane hanno instaurato con la magistratura capitolina. Tra i documenti che presto potrebbero finire all'attenzione dei pubblici ministeri, anche quelli relativi a tutti gli 'inquilinì dell'ambasciata della Santa Sede a Roma e, in particolare, a chi ha alloggiato nella dependance dove è stata fatta la scoperta. Uno spunto investigativo, tutto da verificare, porta ad un custode che ha vissuto lì negli anni '60 e della cui moglie si persero le tracce improvvisamente. C'é chi ha parlato di frequenti dissidi tra i due, di litigi che sarebbero potuti perfino degenerare in un omicidio. Ma i tempi, sottolinea un investigatore vicino al dossier, non tornano: il pavimento di quel seminterrato sarebbe stato sostituito negli anni '80 ed è in quel periodo che dovrebbe essere stato interrato il corpo (o i corpi) i cui resti sono stati rinvenuti l'altro giorno. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero